Lo sciopero delle lettere dell'alfabeto

 


L’Alfabeto della lingua Italiana lo conosci ! -  Sei sicuro?


Premesso che la lingua italiana è composta da lettere singole, le quali, messe assieme, compongono tutte le parole di senso compiuto di un linguaggio. Le lettere dell’alfabeto italiano sono ventuno più l'aggiunta di 5 speciali lettere straniere e possono essere scritte con caratteri minuscoli o maiuscoli.

Eccole  come si presentano in un elenco, ciascuna con il proprio segno  distintivo e caratteriale.

L'intero Alfabeto completo della Lingua Italiana
 






A queste ventuno lettere se ne aggiungono altre cinque che la lingua italiana usa per scrivere parole straniere prese in prestito:

Minus/ stampatello       Maiusc/ stampatello   Nome
       j                     J          i lunga
       k                    K         Cappa
       w                   W         doppia vu
       y                    Y          ipsilon o i greca
       x                    X          ics






Come si scrivono le lettere in corsivo dell'alfabeto italiano








    
 
     










   UNA STORIELLA SULLE LETTERE  
          DEL NOSTRO ALFABETO ITALIANO

 Lo sciopero delle vocali, delle consonanti sia nostrane che straniere usate nel’alfabeto nella lingua italiana.

Le lettere dell'alfabeto lavorano tutti i giorni dell'anno. Qual è il loro lavoro? Costruire delle parole: quelle che noi uomini, donne e bambini usiamo tutti i giorni per scriversi e parlare tra di loro.

 Un giorno, però, accadde che le vocali scendessero in piazza a protestare. “Non è giusto che noi vocali siamo pagate come le consonanti”.
 “Perché?”, chiese una S (una delle consonanti presenti).
 Le vocali risposero: “Ma perché noi lavoriamo molto di più di voi; infatti, non esiste parola che non abbia almeno una, due, tre o quattro vocali;  Per non parlare della parola aiuole, che le  utilizza tutte le cinque”.
Visto che nessuno le ascoltava, le vocali si organizzarono e decisero così di scioperare per un giorno intero, per dimostrare la giustezza della loro protesta e quindi si astennero a  non andare a lavorare, non partecipando  a costruire nessuna parola compiuta con le consonanti.

Fu una giornata piena di disagi e di incomprensioni, senza il lavoro fattivo delle vocali, peggio di quando scioperano i benzinai, i camionisti, i taxisti, i ferrovieri o gli aviatori.
“ Bn grn”, diceva la gente invece di dire: (Buon giorno);
“ C “, dicevano i bambini ai loro amici invece di dire: ( Ciao. Bmbn);
“Vt ftt cmpt?”, dicevano le maestre ai loro alunni invece di dire: (avete fatto i compiti, bambini?)
 “T m!”, diceva all'innamorata l'innamorato invece di dirle: (Ti amo!)

Si riunì immediatamente, dopo le gravi conseguenze verificatesi con lo sciopero delle vocali, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) dipartimento “Scienze umane e sociali, patrimonio culturale” interpellando l’Accademia della Crusca, consulente in materia della Lingua Italiana, e per scongiurare il ripetersi di altre astensioni, dopo il caos procurato da quello improvviso sciopero di non utilizzare ed impiegare delle vocali ,
Dopo aver ascoltato la consulenza dell’Accademia della Crusca, Il CNR decise di acconsentire alle rivendicazioni delle scioperanti e da quel momento fu aumentato con effetto immediato lo stipendio alle vocali, per il maggior utilizzo e fu istituita un’ulteriore commissione per esaminare le altre loro richieste. Una delle tante richieste accolte dalla commissione fu di apostrofare sempre gli articoli ( la, lo, una) davanti alle parole che cominciano per vocale.
Così il Presidente del CNR (Dipartimento Patrimonio Culturale, con il consenso di tutta la sua assemblea  decise di accontentare le vocali e di accogliere le loro richieste e valutarne la fattibilità  nello stesso tempo diede, poi, mandato agli organi competenti di procedere all’aumento immediato dello stipendio alle vocali.
 Fu una grande vittoria per le vocali scioperanti, ma le consonanti, venute a conoscenza del successo delle vocali, ci rimasero male.

Ci fu, dopo quell’insolito avvenimento rivendicativo, solo per un po’ una certa tranquillità e ogni cosa trascorreva secondo i consueti criteri della normalità; ripresero regolarmente discorsi, le comunicazioni, scambi di informazioni in lingua  comprensibile dell’italico idioma.
Non trascorse, però, neppure una settimana dopo quella calma apparente, che ecco che le consonanti si riunirono in assemblea e decisero di scendere in piazza anche loro a protestare e schiamazzare. 
Il loro slogan di protesta fu “Non è giusto che noi, consonati, siamo tacciate di approfittatrici e lavoratrici scansafatiche e per questo dobbiamo essere pagate meno delle vocali: vogliamo essere pagate in egual misura e come tutte le parti che compongono il discorso “ .
Era un coro animoso di consonanti, che come avevano fatto le vocali protestavano.
Capitanate dalla consonante “ B “, che ripeteva in modo assordante. alle vocali : “siamo tutti uguali, vocali, consonanti. perchè siamo importanti tanto quanto voi”.
“Ma noi lavoriamo molto di più: Replicò con un altoparlante la vocale  “E” .: Forse vi sfugge che non esiste parola che non abbia almeno una, due, tre o quattro vocali".  "Questo è il motivo che ci è stato accordato di guadagnare più di voi”,
Controreplicò subito la consonante “ T “ : Questo ragionamento non sta in piedi”, “E' vero, Voi  vocali lavorate di più  di noi consonanti, ma ogni giorno viene pagato un maggior numero di vocali che di consonanti, è questo, non deve mai più accadere, perché lo stipendio deve essere pagato in qual misura, sia tanto alle vocali che a noi consonanti e non di più! “Tutte le lettere dell'alfabeto (Vocali, Consonanti) sono importanti!"
 " Non esistono lettere più importanti delle altre!”
  “Questo lo dite voi!”, disse allora un' O. “Qualsiasi persona di buon senso sa che noi vocali siamo più importanti di voi consonanti!”
Questa è la vostra tesi: fu dibattuto dalle consonanti ed allora ascoltate: “ è così che la pensate?" "Allora provate a fare senza di noi”.
In quel momento le consonanti indispettite decisero per un giorno intero, per protesta, qnch'esse  di non andare a lavorare.

Fu una giornata infernale e fu  più  disagevole di quella dello sciopero delle vocali (immaginate una giornata, quando in contemporanea scioperano gli operai, gli agricoltori, le guardie notturne, i bancari, i vigili urbani e le maestre elementari.
Erano pronunciate frase come : “ E oe oo”, ed erano le persone, che chiedevano per essere giunte in ritardo: Che ore sono?
i Bambini, cantavano alle feste di compleanno “ Ai auui a e, ai auui a e”  invece di cantare Tanti auguri a te, tanti auguri a te..
.I gatti e i cani e i non riuscivano più ad abbaiare e a miagolare, dicevano solo “ M! “e  “B!” .
L'innamorata chiedeva all'innamorato invece di : “Vuoi sposarmi?” Profferiva : uoi oai ?.
 Insomma, ancora una volta nessuno ci capiva più niente. Così ancora una volta si dovette riunire il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale,per mettere fine a questo sconcio inusitato e si decise di accontentare anche le consonanti e così fu concesso anche a loro l'aumento dello stipendio.


Dopo la pur breve stagione della storia degli scioperi, sembrò a tutti che le cose si fossero sistemate nel modo migliore possibile, dopo aver soddisfatte le rivendicazioni economiche richieste ed ottenute, sia delle vocali, che delle consonanti e nello stesso momento aver insediato la commissione per rendere il discorrere, sia parlato che scritto, più semplice e forbito.

Purtroppo non fu esattamente così !

Nacque un ennesimo problema da risolvere, quello delle lettere  straniere, che  pur essendo nate in altri paesi del mondo,  spesso,venivano utilizzate per meglio specificare le parole straniere importate, intraducibili nella nostra lingua e perciò  erano adottate per farsi capire.

 Quando sembrava che sia le consonanti, sia le vocali avevano lo stesso stipendio da non pregiudicare o, esattamente come prima che iniziasse questa storia degli scioperi, finalmente sembrò a tutti che le cose si fossero sistemate nel modo migliore possibile, ma non fu così. C'era ora da risolvere il problema delle lettere straniere.

Qualcuno si domandava: “ Ma quali sono le lettere straniere?”

Lo sanno tutti: "Su, non fate finta di non conoscerci !" Proruppe nella discussione una K con voce autoritaria.

Lo sapete siamo quelle che non sono nate in Italia, ma in altri paesi del mondo. Quali siamo? Ma si che ci conoscete tutte e siamo solo cinque.

Siamo la J, la Y, la X, la K e la W. Il nostro problema è questo: visto che nessuno sapeva se trattarci come vocali o consonanti, non veniamo considerate, perciò, per questo siamo pagate meno di tutte le altre lettere che sono nate in Italia.

Vista la pessima considerazione ricevuta dalle lettere italiane (sia vocali che consonanti) qualcuno si permise di affermare pure che bisognerebbe evitare di usarle in modo da non inquinare la bellezza della nostra lingua.

L’affermazione non piacque alle lettere straniere,  e le cose presero una brutta piega, tanto che andò molto peggio di quanto tutti si immaginavano, perché anche le lettere straniere  decisero di scioperare.

Lo sciopero procurò tanti disagi, peggio  come avviene Come se scioperassero tutti insieme i dottori, gli idraulici, i manovali, i falegnami, i ragionieri, le ballerine, i gondolieri, i pescatori, gli infermieri, i teatranti, i portalettere, i musicisti, le badanti, i fornai, i commercianti, i maggiordomi, i calciatori, i muratori, i fioristi, i poliziotti e gli elettricisti.

"Questo tai è libero?", chiedevano le persone che uscivano dalla stazione invece di chiedere questo taxi è libero?

“Nel eeend sono andato sullo silif", raccontava un alunno alla maestra invece di dirle. Nel weekend sono andato sullo skilift.

“Ti sento o o ti senti o?", chiedeva la mamma al papà invece di chiedergli Ti senti ok o ti senti ko?

“ Per favore, mi sbucci un ii ?", chiedeva l'innamorato all'innamorata invece di chiedergli Per favore, mi sbucci un kiwi?

 Insomma, ancora una volta nessuno ci capiva più niente. Così le cosiddette lettere straniere furono anch’esse accontentate: a tutte le cinque e ai loro figli fu finalmente concessa la cittadinanza italiana ed anche a loro fu dato lo stipendio, che percepivano tutte le altre lettere. dell'alfabeto.

Non solo, il presidente del CNR (Dipartimento Patrimonio Culturale) della Repubblica Italiana, in ottemperanza della costituzione, di suo pugno, propose e fece approvare una nuova legge, che così recitava: Tutte le lettere sono ugualmente importanti, perché anche se  sono diverse, concorrono a far compremdere un discorso compiuto e per questa sono riconosciute uguali e valide:  insomma, non esistono lettere più importanti delle altre.




Non è vero quindi che chi ottiene qualcosa a danni di altri strillando e protestando ha sempre ragione, è importante invece che sia riconosciuto il proprio ruolo come ugualmente importante nella comunità in cui vive.

Quindi il presidente del CNR ha agito bene, rendendo giustizia a tutte le lettere dell’alfabeto, affermando il principio: siamo tutti necessari se utili

Secondo me l’uguaglianza dello stipendio per tutte le lettere fu un fatto giusto e bene. Perché tutte le lettere, anche quelle che si usano meno delle altre, sono veramente tutte ugualmente importanti. Se non ci fossero, infatti, la nostra lingua, oggi, sarebbe molto meno bella e divertente di quello che è. E insomma, secondo me, per tutti noi sarebbe ancor più difficile parlare e capirsi di quello che già è.




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