Enea - il primo emigrante mediterraneo
Soluzione del quiz di Sasà del 12
luglio 2017.
Il primo emigrante storico
mediterraneo è il Troiano Enea-
Enea fu, dunque, uno dei primi profughi
mediterranei, un fuggiasco che abbandonò la città natale martoriata dalle
fiamme e dalla violenza degli Achei per salvare la propria vita e quella della
sua famiglia. Dopo varie peripezie, come narrò Virgilio, giunse a Cartagine
dove la regina Didone, emigrata a sua volta da Tiro, accolse gli stanchi migranti.
Qui, il troiano visitando il tempio di
Giunone all’interno del quale era raffigurata la distruzione della sua città.
Enea si commosse ed affermò:
«sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt» (Eneide, I: 462).
Le lacrime delle cose, o meglio le
lacrime provocate dalla vista di oggetti, altro non sono che la sofferenza e
l’ineluttabilità della storia. Sono quelle stesse lacrime che suscita la
visione dei relitti, usati per la traversata dei migranti, abbandonati in mare
o nelle spiagge; sono le lacrime che emanano i tanti oggetti quotidiani, pezzi di vita spezzata, che i migranti lasciano per mare e che a
volte riaffiorano sulle nostre coste
Per tali motivi
l’Eneide non è solo il poema nazionalista del mondo romano, ma è riconoscibile
come poema fondante l’Europa o meglio il modello sociale, prima che modello
economico, che l’Unione Europea vorrebbe o, meglio, dovrebbe incarnare. L’Eneide
come poema universale, come classico, dunque, che pur esaltando i principi
guida e l’identità di un popolo antico, inconsapevolmente già nel I sec. a. C.,
gettava le fondamenta per la futura comunità europea oltre che per la nuova
società augustea. In effetti, nel Preambolo del progetto della Carta dei
diritti si legge: «i popoli europei nel creare tra loro un’unione sempre più
stretta hanno deciso di condividere un futuro di pace fondato su valori comuni»
come: dignità umanità, libertà, giustizia, uguaglianza.
La famiglia di Enea ,
viene rappresentata come nelle statue del Bernini nella galleria di Villa Borghese
a Roma, con l’eroe troiano Enea, con il padre Anchise sulle spalle, mentre reca
per mano il figlioletto Ascanio.
Non è presenta Creusa, la moglie e madre di Ascanio, che morì durante la fuga.
![]() |
Enea, anchise e ascanio (statua del Bernini) |
![]() |
Enea anchise e ascanio e Creusa, fuga da Trouia(Carlos Ruiz Zafón)) |
Dopo molte peripezie
sul mare, Enea nella sua fuga da Troia, giunse a Cartagine, dove fu accolto da Didone, che fu sua amante, fino
a che restò sul suolo africano.
![]() |
Didone ed Enea |
Alla nascosta partenza
del giovane principe Troiano, Didone, abbandonata si suicidò e sua
sorella, Anna Perenna, come riportata da Ovidio, rimasta sola e sconsolata,
anch'essa lasciò Cartagine e si rifugiò sull'isola di Malta. presso il re
Batto, per sfuggire al fratello dispotico , Pigmalione.
![]() |
Didone ed Anna Perenna |
Ovidio scrisse una
bella curiosità sulla fine di, Anna Prenna (sorella quasi gemella di Didone) ,
che fu nuovamente costretta a prendere il mare dall’isola di Malta e naufragò
con la sua nave sulle coste del Lazio, dove incontrò, Enea
, che in un primo momento la scambiò per Didone e per farsi perdonare l'ospitò
amorevolmente.
Ben presto Anna Prenna
suscitò la gelosia della moglie laziale di Enea, Lavinia, che la sottoponeva a continue
vessazioni, tanto che la poveretta avendo sognata la sorella Didone una notte,
fuggì di nuovo e questa volta trovò riparo tra gli antri del fiume Numicio che
la nascose e ne fece di lei una Ninfa, rendendola immortale. E da qual momento
si chiamò Anna Perenna.
Enea sul suolo italico
dopo varie avventure sposò la giovane figlia del re dei Latini, Latino, la
bella Lavinia, che divenne la sua seconda moglie.
![]() | |
Lavinia da una miniatura del codice De mulieribus claris di Giovanni Boccaccio |
Enea e Lavinia fondarono
una nuova città sui colli albani, che chiamarono Alba Longa, dove vissero fino
alla loro morte.
La città fu governata,
dopo la loro morte, in un primo momento da Ascanio, (figlio di Enea e Creusa) e
poi dal fratellastro, Silvio, (figlio di Enea e Lavinia), da cui scaturì “la Gens Iulia”, per giungere fino a Romolo, (il primo Re di
Roma) e poi ad arrivare alla nascita di
Gaio Giulio Cesare (uno dei personaggi più importanti ed influenti della storia
di tutti i tempi).
Commenti
Posta un commento