DEBITO PUBBLICO -3 puntata
DEBITO PUBBLICO – 3^
puntata
Continuo, allora,
carissimo Tore, : ripresi a descrivere come si era giunti a questa tale massa
di Debito Pubblico.
Alla normale scadenza negli anni ’70
per continuare ad approvvigionarsi di prestiti con una vita a lungo o a medio termine per sopperire a spese
straordinarie programmate, da farsi senza avere la copertura finanziaria
dell’annuale Bilancio statale, si ricorse ai nuovi titoli obbligazionari dello
Stato (anch’essi facenti parte del Debito Pubblico) denominati, questa volta
non più BTN 5% ( i classici Buoni del Tesoro Novennali al tasso del 5%), ma BTP
(Buoni del Tesoro Poliennali) con una scadenza varia, ma certa, e diluita nel tempo ed un tasso di rendimento
fisso, che variava a secondo l’esigenza del fabbisogno statale. Tutta questa
specie di titoli erano emessi sempre dalla Banca D’Italia, autorizzati dal
Ministero del Tesoro, e si potevano acquistare direttamente presso le sue sedi
provinciali ed avevano durata poliennale
(usualmente con scadenze di 3, 5, 10, 15, 30 o 50 anni) e presentavano cedole
annuali pagate semestralmente (ad esempio, un BTP al 6% pagava due cedole
semestrali del 3% l'una). Il rendimento generalmente di questi titoli era dato
dal tasso fisso delle cedole e dalla differenza tra il prezzo di emissione (
inferiore di qualche punto percentuale del valore nominale del titolo) e quello effettivo di rimborso.
Negli anni ‘80 e ’90
appaiono infine un tipo di titoli speciale, anche se già utilizzato
nell’anteguerra, I noti - CCT - questa volta con alcune caratteristiche, che
li rendono vantaggiosi e concorrenti agli altri titoli di credito al portatore
dello stato, per la loro specialità che è : il rendimento a tasso variabile.
I certificati di
credito del tesoro (CCT) sono quindi, titoli
di Stato a medio - lungo termine con un massimo di durata di 7 anni emessi ora
dal Ministero dell'economia e delle
finanze per finanziare il debito
pubblico.
Gli interessi dei CCT sono corrisposti anch’essi tramite
cedole semestrali posticipate ( in passato la cedola era unica annuale), il cui
rendimento è pari al rendimento dei BOT semestrali nell'ultima asta che
precede il godimento della cedola, aumentato di uno Spread che dal 1996 è stato fissato a
15 punti base (0,15%). Il rimborso del valore nominale dei CCT avveniva alla
pari in un'unica soluzione alla scadenza. Agli acquirenti previsti dalla legge (banche,
agenti di cambio) era corrisposta,
anche, una commissioni di collocamento pari, in un primo momento, al 0,30% poi all’ 1 %, che era a carico del
Tesoro. Si viene a conoscenza quindi con questi Titoli (CCT) di un nuovo termine, l’inglese – Spread = Divario = , che stava a significare la
differenza di rendimento che esiste tra diversi titoli di Stato italiani (BTP a
tasso fisso e CCT a tasso variabile) , come denota il divario tra il tasso fisso
del rendimento di un titolo e quello di
un altro che fa riferimento invece il
tasso reale praticato dal mercato.
“ Grazie , per avermi
spiegato tecnicamente e praticamente come si manifestava in quegli anni il
Debito Pubblico, ma non mi avete detto come si sviluppò l’inflazione e
l’ammontare della crescita, quasi incontrollata, di tale Debito che faceva lo
Stato. Quali incentivi ed interessi spingevano ad accaparrarsi di tali titoli
di credito statali il mondo dei risparmiatori, quali cittadini comuni od imprese
specializzate, come le bancarie o finanziarie, e sia quelle, che svolgevano
attività industriali ed artigianali ?
“M’interruppe nella mia esposizione , il mio amico Tore Castagna,
Mi fermai un istante per non apparire noioso e saccente e
mi permisi di propinargli una mia riflessione di vita, dicendogli : “ ti sei
dimenticato che negli anni 1966 si
dovette finanziare
“ l‘AIMA” (l’Azienda per Interventi sul
Mercato Agricolo) e tanti altri enti statali fatti nascere per permettere alla nostra
nazione uno sviluppo sociale adeguato ai tempi.”
Ripresi, poi,
affermando che In quegli anni i titoli del Debito Pubblico con i suoi interessi
medi annui, ebbero un solido e incontrastato successo. Le rendite realizzate nell’acquisto
di tali titoli (BOT, BTP e CCT), infatti, passarono velocemente da un tasso percentuale del 7% del 1972 al 10% nel 1975 e al 19-20% nel biennio
1981-82 .Tutto ciò avvenne nel corso degli anni della coalizione di maggioranza
governativa del Pentapartito, guidato dal patto informale noto come C.A.F.
(Craxi-Andreotti-Forlani), che di fatto fungeva da “motore immobile” della
politica italiana.
Il pentapartito per creare crescita si
inventava i famosi lavori pubblici, quelli delle infrastrutture ed in questo
modo la spesa cresceva a dismisura ed il
Debito Pubblico raggiunse livelli non
più controllabili. Tale politica fu realizzata . come dice il
noto Detto Napoletano “ SURCO CUMMOGLIA
A SURCO” .Cioè : solco copre un solco.
L’espressione nel suo significato
sotteso vale: debito (nuovo) copre, risana
un debito (vecchio), ci troviamo cioè in
presenza della tipica spirale dell’indebitamento, che comporta la necessità di
contrarre un debito nuovo per risanarne uno precedente, in modo che il nuovo
debito più grande copre, cela, nasconde ed occulta il tutto .
Si fece ricorso a Prestiti onnicomprensivi per far fronte
alle spese inerenti alla costituzione delle ASL per ripianare i debiti
accumulati dagli enti lirici, dai porti, dagli enti con la partecipazione stale (IRI , ENI,
EFIM) in quegli anni, con emissioni ad
iosa di Btp e CCt. Perfino quando fu
congelata la contingenza (per gli aumenti retributivi dipendenti dalla
variazione del costo della vita) a
seguito della legge n. 797 del speciale emissione graduale di 3 trances di BTP con durata di 5 anni, la prima al tasso
dei 14 % e le altre al 13%. Tali BTP pur aventi cedole semestrali al portatore erano
Nominativi e per alcuni anni, non facilmente negoziabili, se non prima di una
determinata scadenza.![]() |
CCT al Portatore CON allegate Cedole semestrali |
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