Il mito dei Dioscuri
Lo sapevi che il segno zodiacale dei GEMELLI ha origine dalla leggenda dei “ DIOSCURI, “
i famosissimi gemelli " CASTORE E POLLUCE ?
Vuoi conoscere la loro storia e perché molte città nei monumenti, più rappresentati, vi hanno statue o bassorilievi con le loro immagini?
Eccovi accontentato.
I Dioscuri sono degli eroi, e come Ercole semidei, ossia esseri generati da mortali e da Dei. La parola DIOSCURI, (dal greco Dios-Kuroi) sta a significare che erano figli del Dio supremo, Zeus o Giove. Giove, infatti, li concepì, facendosi amare da Leda ed unendosi a lei sotto le sembianze di cigno, che li partorì sull’isola di PEPHNOS nel golfo di Messenia imponendogli i nomi di CASTORE E POLLUCE. Furono chiamati, in seguito anche Tindaridi, poiché LEDA, la loro madre, era regina di Sparta e sposa di Tindaro.
Dipinto di Leonardo, che ritrae la regina di Sparta, Leda mentre amoreggia con un cigno e guarda i due figlioletti (gemelli Castore e Polluce) |
Leda partorì sulla stessa isoletta, anche un’altra coppia di gemelli, questa volta però, di sesso femminile, Elena e Clitennestra, che tanto interferì con l’esistenza dei Dioscuri.
Per volere di Giove, il loro divino genitore, Castore e Polluce, furono chiamati ad essere custodi di Elena, la loro divina sorella. A causa di quest’ultima i due fratelli incontrarono la morte per opera dei cugini, anch’ essi gemelli, i fratelli di Messenia, noti come gli Afaretidi, (IDAS “Il gigante” e LINCEO ”occhio di lince”), figli di Poseidone o Nettuno, mentre la loro madre era Arene, sposa di AFAREO, re di Messene.
Tra le coppie dei gemelli cugini non correva buon sangue, a seguito del rapimento eseguito da parte dei Dioscuri delle promesse spose degli Aferetidi, le sorelle gemelle (Ileira e Febe), note come le Leucippidi. Sorse così una contesa, che fini tragicamente durante il banchetto, che Castore e Polluce avevano preparato in onore della venuta di Paride ed Elena nella loro tenuta di Laconia. Castore e Polluce avevano preparato per l’occasione un agguato ai cugini (Idas e Linceo), che alla fine risultò inutile, poichè ebbero la peggio.
Infatti, Linceo (occhio di Lince) scopri il tranello e riuscì con il fratello Idas ad uccidere Castore.
Polluce, alla visione del fratello ucciso, chiese al padre Giove di dare anche a lui la stessa sorte, perché non sarebbe potuto sopravvivere senza l’altro gemello. Giove gli propose la possibilità di vivere un giorno nell’Olimpo e un altro giorno negli Inferi, così non si sarebbero mai separati. Polluce accettò, perciò di giorno dimoravano negli inferi e di notte in cielo. Nelle sere senza nuvole si possono ammirare nella costellazione dei “ GEMELLI “, come stelle luccicanti e splendenti. I Greci ed i Romani li veneravano come Dei tutelari della patria, erigendo grandi statue con le loro effigi per onorarli, come si può riscontrare a Sparta sulla riva del fiume Eurota e a Roma all’entrata della piazza del Campidoglio, dove si ammirano due gigantesche Statue di Castore e Polluce, che tengono a freno due destrieri, pronti a soccorrere gli uomini in pericolo.
Le imponenti statue marmoree di Castore e Polluce nella piazza del campidiglio a Roma
a salvaguardia della città di Roma, quali dei tutelari della Patria.
A Napoli il loro culto era molto sentito, e le loro effigi si potevano ammirare sul portale del tempio a loro dedicato e trasformato nel Medio Evo in chiesa cristiana, quella di San Paolo Maggiore.
Il tempio dei Dioscuri ( Castore e Polluce) come si presentava a Napoli all'epoca romana
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Chiesa di San Paolo Maggiore a Napoli, in piazza San gaetano di Thiene, che fu soprapposta all'antico tempio dei Dioscuri, nei pressi dell'Agorà partenopea, che si trova alla fine del lato supreriore della stradina di San Gregorio Armeno, dove sono situati i famosi negozi, che vendono delle statuine colorate di terracotta, che vengono utilizzate per allestire i caratteristici presepi nel periodo di Natale.
madunnina dopo aver
RispondiEliminaletto tutto mi viene
da pensare
e che famigl'
sei un pozzo di
conoscenza prufusso'
emm per la cronaca io predìsentivo che al mio segno ci fosse alla nascita tutto stu burdell
dolcepomeriggio savac