Storia di Chiaiano - 11 Pun/ Festa PCI

Capitolo sedicesimo



Le feste annuali pubbliche oltre quelle parrocchiali


La festa del Partito Comunista Italiano 
della locale sezione si Chiaiano


Nei primi anni cinquanta, gli abitanti del quartiere di Chiaiano iniziavano a riprendere la consueta vita paesana, pur facendo parte della popolazione cittadina, mischiandosi agli altri quartieri, sia per il lavoro, vuoi per frequentare le scuole superiori e l’università.
Erano iniziate con regolarità le corse del trasporto con i tram ('e Tramme), l’acqua non aveva più delle sospensioni a raggiungere i fontanili di acqua potabile pubblica per l’efficienza dovuta alla manutenzione, più qualificata, dei Fontanieri reduci dell’acquedotto napoletano, la luce elettrica non aveva bisogno più di bay-pass di cavi vecchi, usurati e rattoppati, perché nel giro di pochi mesi il vetusto apparato di fili di rame elettrici aerei sottili, furono sostituiti con cavi più grandi ,più resistenti e con maggior potenza.la potenza dell'elettricità passò dal 125 volt. 250 volt.
Le mini-privazioni del primo dopo guerra pareva fossero finite, si respirava un clima più sereno, si sognava un avvenire scevro dalle continue paure e volava nell’aria la speranza di un benessere collettivo, (periodo percepito da tutti, stavamo entrando nella fase del cosiddetto Boom Economico), e vivevamo l’effetto benefico dell’aiuto delle risorse che ricevemmo dall’America per la ricostruzione.(L’ “ E.R.P.” Ente Ricostruzione Europea – noto come il “Piano Marshall”, che condizionò non poco la politica del nostro paese, subendo il ricatto che, se fossero andate al potere le sinistre, sarebbero cessati gli aiuti economici)
Etichetta presente sulle confezioni degli aiuti



Ci furono le prime elezioni per il consiglio comunale post proclamazione della Repubblica e sebbene la coalizione di Sinistra (comunisti e socialisti) ebbe un buon successo elettorale, fu eletto un sindaco di estrazione Monarchico-liberale, un certo Prof. Giuseppe Buonocore, voluto dall’allora Cardinale di Napoli, Ascalesi, che, alla seduta per la votazione per l’elezione del Sindaco, non fece partecipare  gli eletti consiglieri democristiani e quelli presenti in aula, si astennero  (pur avendo preso parte anch’essi alla lotta partigiana per liberare la città durante le 4 giornate) e per due soli voti (27 a 25) vinse il Buonocore, 
 Giuseppe Buonocore
il sindaco di Napoli dal 12/12/1946 al 28/2/1948
del Blocco Nazionale della Libertà


 


con i consensi dei soli monarchici, dei liberali e i seguaci del Partito Uomo Qualunque, che era contrapposto a Gennaro Fermariello, del Partito d’azione, il candidato delle sinistre unite, già sindaco di transizione dopo la cacciata dei fascisti.
Come nell’ottocento ed all’inizio del novecento, prima dell’avvento del fascismo, Napoli e tutti i suoi quartieri lontano dal centro storico, come Chiaiano, erano considerati (la periferia) quartieri dormitorio dell’entroterra rispetto al centro città, e quindi vissero in un completo abbandono e arretratezza. Si dovettero fare grandi battaglie per riuscire ad avere qualche minimo servizio, come aver qualche carrozza aggiuntiva ai tram per permettere ai Chiaianesi viaggiatori di raggiungere     i posti di lavoro, che erano tutti concentrati al centro, specie, quelli statali, comunali e nelle banche. Quindi il raggiungimento del centro era quasi un'avventura, sia   la mattina quando si doveva raggiungere il posto di lavoro e sia la sera per il ritorno a casa; la cosa diventava, poi,  un vero sacrificio specie per tanti giovani che dovevano frequentare le scuole superiori, che erano ubicate solo in centro città. 
 
 Il tram, unico mezzo di trasporto 
                                                    operante negli anni 1946 al 1960


















Era un piccolo viaggio, che durava da un’ora ad un’ora e mezza mediamente (immaginate lo stress). La mattina era un calvario, ci si ammassava, come non mai, in vagoni con pochi sedili di legno scomodissimi, che non permettevano di potervi accedere facilmente data la folla dei viaggiatori, che si accalcava, per ciò, ci si era costretti ad aggrappare, per non perdere la corsa, spesso, allo staffone, (Stanga di ferro sopra le ruote del tram, che circondava l’intero classico ferrotrasporto cittadino. Mancava spesso la corrente elettrica, che alimentava i motori elettrici del tram per mezzo del trolley (‘o trolle) e si era costretti ad assistere ad interminabili soste senza poter né andare avanti, né indietro. Con questi vetusti mezzi di locomozione (erano gli unici veicoli per raggiungere il centro) non si poteva procedere all’utilizzo di vie alternative per ovviare al disservizio, e quindi s'inveiva solitamente contro tutto e tutti e così aumentava il malcontento.
Intanto la vita procedeva oltre, con tutte le difficoltà, perché si aveva bisogno di dimenticare le nefandezze e le privazioni della guerra, per ciò si procedeva a far vivere le feste padronali di San Nicola a Polvica nella Piazza Nicola Romano e quelle di San Giovanni e San Raffaele a Chiaiano nella Piazza Margherita nel periodo estivo. A seguito del successo elettorale del 1950 si tenne anche la prima festa dell’Unità, organizzata dalla locale sezione del Partito Comunista Italiano, nella Piazza di Polvica, denominata da quel momento la Piazza rossa, dove anche  era ubicata la Sezione - sede del partito. Appuntamento annuale, che si terrà fino al 2000, divenuta negli ultimi anni, però, non più festa dell’Unità, ma dall’anno 1992 festa della Liberazione e si sarebbe tenuta non più in piazza, ma all’interno dei viali della scuola Elementare Giovanni XXIII al Corso Chiaiano, dopo che nel 1991 si sciolse il Partito Comunista Italiano e nacque quello della Rifondazione Comunista.
Quanto impegno profondevano i militanti di quel Partito (i compagni comunisti, tra i quali a ben ragione mi posso annoverare pure io) nell’organizzare la festa al pari di quelle dell’Associazioni Patronali cattoliche, promovendo questue nelle ore post-lavoro e nei giorni festivi per procacciarsi i fondi avvicinando tutti, semplici cittadini e commerciati locali per allestire un ricco spettacolo musicale canoro con tanto di palco e riuscire ad addobbare ugualmente le strade, come era solito durante questo tipo di feste con tante illuminarie per tutto il quartiere, che terminavano con un rosone con l’insegna della Falce ed il martello. Era uno spettacolo di festa voluto dal popolo, che inorgogliva gli iscritti ed i simpatizzanti Comunisti, ma che coinvolgeva l’intera cittadinanza facendola partecipare alle ampie discussioni di politica cittadina e nazionale di quel periodo, quali come avviare il risanamento, la ricostruzione, come creare lavoro, come qualificare la scuola, come prepararsi al Patto Atlantico, alla pace, ad evitare la guerra fredda tra l’america e la Russia, (discussioni impensabili prima di allora tra la gente comune)
Nel 1952 anche i monarchici vollero imitare i comunisti e senza alcuna preparazione in occasione della vittoria del comandante Achille Lauro a Sindaco di Napoli, che per ringraziarsi il popolo, che gli aveva dato un ampio consenso, regalò in ogni quartiere, anche a Chiaiano, una serata di spettacolo con un concerto vocale e strumentale, che finanziò personalmente e che si tenne nella Piazza Margherita ( miez’ ‘o furne) in una domenica del mese di ottobre, allestito alla meglio su un camion, divenuto all’occorrenza palcoscenico, dove si esibivano di volta in volta cantanti d’ambo i sessi accompagnati da una orchestrina all’uopo raffazzonata.
Anche se fu accettata dalla cittadinanza con soddisfazione, perché era pur sempre uno svago ed uno dei pochi momenti d’intrattenimento collettivo, dato che nella nostra Chiaiano in quel periodo non v’era nulla, neanche una sala cinematografica, fu ugualmente un successo, soprattutto per le ottime esibizioni canore..



Continuerà con nuovi capitoli appena possibile
E’ gradito un commento di incoraggiamento a proseguire.

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