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n'albero illuminato a Natale (Napoli 2016)

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Attualità e Politica Attualità Napoli: inaugurato N’Albero, l’albero di Natale più alto del mondo Di Anna Ruocco - 9 dicembre 2016 17934 0 Quest’anno non ci si accontenta del classico Natale con luminarie. Due giorni fa è infatti arrivato a Napoli  “N’albero”,  un albero illuminato da oltre  1.300.000 led multicolore che, con la sua struttura alta 40 metri, risulta essere l’albero pedonale più alto al mondo. Dopo 18 giorni di lavori serrati, sono state accese finalmente le luci che illumineranno la mega-struttura di Rotonda Diaz, da oggi, per ben tre mesi. Il pulsantino è stato premuto dopo la conferenza stampa di presentazione del progetto, alla quale hanno partecipato il sindaco Luigi De Magistris e il titolare della Italstage Pasquale Aumenta. Insieme, a seguire, hanno effettuato il taglio del nastro che ha ufficialmente dato il via all’attrattiva di Natale sul Lungomare Caracciolo. Al suo i

è nucillo

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' O  Nucille di Giulia  2016 ' O  Nucille di Giulia  2016  ' O  Nucille di Giulia  2016 ' O  Nucille di Giulia  2016

Come si preparava l'evento natalizio

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Nel periodo di fine novembre ci si preoccupava di come allestire il simbolo più importante dell'annuale avvenimento natalizio, il presepe. Stiamo parlando degli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso. prima dell’avvento della plastica,con accessori preconfezionati come si è solito fare attualmente,  nei giorni antecedenti le festività natalizie, per allestire ed adornare i presepi, si andava nella selva a raccogliere erbe particolari, come le felci, dette ‘a restina , I pungitopi, detta ’ a ruscata , pianticelle con foglioni sempre verdi e con infiorescenze a palline di colore rosso, a strattapare dall'umido terreno, ‘o pellicce , muschio fresco di colore verde scuro per rappresentare viottoli e selciati nel simulare i luoghi sul presepe, dove nacque Gesù.    'A restina (foglie di lelci) 'A ruscata  ( rametti di fiori di pungitopo  )   'O pelliccio ( piccoli cespugli di muschio)   Statuine rappresentati la sacra famiglia Il

La ricchezza naturale di Chiaiano

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Prima dello scempio, che fu operato nel Parco delle Colline a Nord di Napoli, nella selva dei Camaldoli   - zona Chiaiano –  la notte del 17 febbraio 2009 alle ore 2,30 , con l’apertura di una discarica di rifiuti solidi urbani   della città di Napoli, era considerato un territorio da preservare per i posteri per la sua unicità e salubrità.   Veduta aerea della discarica di Chiaiano Basti pensare che famigliole intere del quartiere e non solo, s’inoltravano per il passato nella Selva di Chiaiano,(‘a severa) per trascorrere una giornata all’aria aperta, era una vacanza necessaria per ritemprarsi in qualsiasi periodo dell’anno, tranne quello invernale, perché l’intera boscaglia diventava una sorta di fiumiciattoli, che invadevano le straducole e le mulattiere, mentre in autunno era bello  cimentarsi a raccogliere castagne, cadute dagli alberi nei loro scrigni acuminati, (i cardi)  od ad estirpare daò manto soffice del sottobosco   violette profumatissime, di cui se ne

Il tesoro della selva di Chiaiano

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Il tesoro della Selva di Chiaiano, è rappresentato dall’immenso   dono naturale dei suoi prodotti tipici, quali,“ i funghi, le castagne, le tante erbe medicinali ed i frutti di bosco” che si possono trovare e raccogliere nel sottobosco dove annualmente nelle sue lussureggianti colline si sviluppano spontaneamente durante tutte le stagioni dell’anno.  Distruggere questo patrimonio naturale è da criminali, ma è mia convinzione sempre più, che la natura non perdona, farà sì che questi scellerati pagheranno il loro misfatto, implorando inutilmente comprensione. Porcino ('o capenire)   (castagne nel cardo) Tante generazioni, eppure, hanno potuto godere i benefici, provenienti dal fogliame sempre verde dei castagneti durante le stagioni estive fino all’autunno inoltrato, facendo lunghe passeggiate ossigenandosi ed ammirando la bellezza della natura, che, senza chiedere nulla, ogni anno si rinnova e dona i suoi migliori prodotti, che furono la ricchezza meravigli

foto della selva di chiaiano e discarica

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Selva di Chiaiano( la cava del Brigante) Selva di Chiaiano( entrata verso la folta selva di Chiaiano) Zona della selva di Chiaiano diventata discarica)

I carcofi violetti di Castellammare

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I carciofi viletti di Castellammare   I Carciofi Violetti di Castellammare , non sono altroche un prodotto ortofrutticolo della Agricoltura vesuviana, noti  pure come:                                   “ I Carciofi   do’ Pignatiello ”   ( dove pignatiello sta per piccolo cappuccio   o coppettina di terracotta, che si mette sul frutto durante la crescita   per proteggerlo dai raggi solari e dalle piogge incessanti ). Carciofo do'  pignatiello  (Carciofo con piccolo cappuccio   o coppettina di terracotta, In mancanza del pignatiello in questi ultimi tempi i carciofi sono protetti da una scatola di latta di pomodoro, facilmente reperbili. I carciofi violetti di Castellammare hanno la caratteristica di essere coltivati a pieno campo (senza alcuna serra o telone) e di essere poi protetti uno ad uno da un pignatiello di terracotta.  I carciofi della famiglia dei “Violetti di Castellammare” sono raccolti   e consumati in tre modi : i più grandi , dette “ ‘e mamm

'o puzzo d' 'a pazzaria

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'o Puzzo d' 'a pazzaria Ospedale d. Maria del popolo degli Incurabili di Napoli Il grande portale di ingresso in piperno vesuviano Diciamo subito che : “ ‘O Mastuggiorge” Non è altro che : il C astigamatti. Il Castigatore. E’ l’antico mestiere o meglio è il compito dell’infermiere degli ex manicomi ( ‘e Pazzarie ) di sorvegliare i malati di mente, affinchè non provocassero danni a se stessi ed ad altri. Tale vocabolo deriverebbe da un noto Castigamatti del Seicento un certo, Dottor Giorgio Cattaneo, detto Mastro Giorgio Cattaneo , che pretendeva di curare le persone fuori di senno picchiandoli con un bastone ( il Castigamatti ) Questo stravagante dottore era convinto che la follia   fosse dovuta alla concentrazione di nervi nelle tempie, per cui   per i più esagitati oltre alla frusta, li faceva legare ad una immensa   e pesantissima ruota e li costringeva a girare fino allo sfinimento. Per i più aggressivi il dottor G

'O Baglive ( Antico mestiere napoletano)

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La bagliva era il primo gradino della giustizia nell'Italia meridionale IL Simbolo della  Bagliva era la Stadera Senza farvi lambiccare il cervello l'antico mestiere, noto con il termine   < 'O  Baglive > , è esistito.   “ ‘O Baglive” = il Baglivo, ( o Balio) non è altro che: il Vecchio Magistrato, noto come Giudice Conciliatore, che amministrava la giustizia, in materia di cause civili, sanzionando contravvenzioni, piccoli risarcimenti ed emettendo sentenze di 1° grado. Tale istituzione fu sospesa durante il ventesimo secolo a causa delle ripetute guerre   e solo a volte,   parzialmente svolta,   per delega, dai Giudici Onorari di Tribunale o dai Vice Procuratori Onorari. Quindi ‘O Baglive è l’attuale Giudice di Pace, che svolge la funzione del vecchio Giudice Conciliatore. Solo con la legge 21 novembre 1991 n. 374 fu sancito la figura del Giudice di Pace, che prese il posto del vecchio Giudice Conciliatore. Con tale Legge fu st