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nocillo

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By  Giulia  anno 201 8 'O Nucille

'o Gegante 'e Palazze

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Statua de " 'O Gegante 'e Palazze " IL monumento della statua del Gigante di Palazzo non è altro che, la gigantesca statua di Giove ritrovata a Cuma. Il Gigante di palazzo è un enorme busto marmoreo, originariamente consacrato al culto di Giove, che fu  rinvenuto in località Masseria del Gigante durante gli scavi del Capitolium a Cuma e che data la sua maestosità si attribui dedicato a un Dio e si credette fosse Giove il più grande degli dei.. La grandiosa opera marmorea, dopo il suo ritrovamento nel 1668 per volere dell'allora Viceré di Napoli don Pietro Antonio d'Aragona, fu collocata  in cima alla salita che dalla darsena immetteva in Largo di Palazzo, ovvero nell'attuale Piazza del Plebiscito.   L'enorme busto marmoreo, dal nome che gli venne dal popolo, come " 'O Gegante 'E Palazzo" fu per Napoli ben presto e pe

il brigante di chiaiano

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Da fanciullino nelle passeggiate, che facevamo nelle calde giornate estive,, durante l’estate chiaianese, insieme ai miei coetanei negli anni del dopoguerra, guidate dalle assistenti, (giovanette reclutate tra le giovani dell’Associazione cattolica locale, le signorine, Melina Pennino e Teresenella ‘e ncopp’ ‘o barone - alias Maione Teresa), sotto l’egida delle colonie estive per i ragazzi, (indette dalla parrocchia di San Nicola di Bari a Polvica e finanziate con i soldi, che attraverso la Pontificia Assistenza e, per conto dell’ERP - Ente della Ricostruzione Europea, furono stanziati dal Piano Marshal americano), per far trascorrere il periodo estivo ai molti ragazzi, che altrimenti sarebbero vissuti per strada, come tanti Lazzari.  La maggior parte della giornata della cosiddetta colonia estiva si trascorreva negli spazi contigui della chiesa o facendo nella mattinata lunghe passeggiate nella vicina Selva o meglio (dint’ ‘a Severa) percorrendo Via Croce,  Via Margherita, lo

Daniele Sepe private gallery - 'O Cresemisso ('O rialo 'e Natale)

Il  “Cresemisso “ è il lemma che ha assunto il significato di regalo di o per Natale, per corruzione da Christmas. . L’origine è nell’uso di biglietti e cartoncini provenienti dagli Stati Uniti con le scritte di happy o merry Christmas che venivano acquistati e poi spediti, sia da soli che allegati ad un bel dono. L’oralità napoletana, com’è noto, tende a riportare i termini stranieri alla fonetica della propria lingua. Ed è così che da Christmas è venuto fuori cresemisso con il quale si designa un dono natalizio per il quale a Napoli mancava la parola equivalente a strenna. IL termine era noto trai napoletani e dintorni durante e dopo l’ultima guerra, negli anni 50 del 1900  come retaggio dei militari americani venuti a liberarci nel 1944/5. Infatti etimologicamente la voce “ cresemisso “ è  solo un adattamento corruttivo della voce anglo-americana “christmans chétta” cioè con il signficato di  un  omaggio, mancia data a qualcuno come ricompensa di un servizio svolto.

Miti e leggende di credenza popolare

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MITI E LEGGENDE CAMPANE 'A BELLA 'MBRIANA. 'A Bella  'Mbriana ( la fata buona della casa) E’ invisibile, impalpabile ma presente, lei c’è. 'A Bella 'Mbriana , rappresenta lo spirito benigno della casa. . E' una sorta di anti-munaciello o della   Janara , che sono spiritelli malefici   della quiete familiare. Avere 'A ‘Mbriana nelle case significa avere benessere e salute per l’intera famiglia. 'A Bella 'Mbriana è immaginata come una bella donna molto ben vestita paragonabile alla fata delle favole dei bambini. 'A Bella 'Mbriana è anche detta Meriana oppure 'Mmeriana. La derivazione etimologica proviene dal latino "meridiana", il cui mariana indica l'ombra quasi a rappresentare un'ombra sotto cui ripararsi oppure indica il significato etereo dell'essere. A napoli questa figura, e' molto   cara tanti che alcuni personaggi storici hanno il cognome Imbriani derivante, appunt

Carciofi arrostiti sulla brace

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Eppure è vero, vecchi mestieri ritornano per far guadagnare qualche soldo a chi, ogni giorno perde il lavoro e per tirare a campare, si arrangia e si improvvisa venditore ambulante di qualcosa. Affacciatomi domenica mattina dal mio balcone all’angolo della strada sottostante e guardando nel punto in cui si incrociano tre direttive di vie, (obbligatorie deviazioni per evitare di far intasare il corso principale) nel giro di una mezzora nacque all'improvviso una postazione di un classico ambulante  di strada. IL novello venditore ambulante iniziò per prima cosa a piazzare, preso dal bagagliaio della propria macchina,  un  modesto banchetto con a fianco un trabiccolo che contenevanella parte sovrastante un braciere con una graticola e sulla  quale con un’abile maestria, dopo aver acceso dei  carboni, e soffiandovi sopra con un ventaglio di cartone, appena la brace diventò bianca,  vi pose delle carciofi per farle arrostire. (le cosiddette carcioffole “arrustutu”). Carciof

I faraglioni di capri

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i faraglioni di Capri nel loro insieme. I faraglioni di Capri , sono classificati  a priva vista in tre picchi rocciosi posizionati a sud-est dell’ isola omonima , famosi in tutto il mondo grazie alla suggestiva e storica panoramica offerta dai giardini d'Augusto ., più uno ( il quarto ) che non si vide  ma ugualmente esiste ed è   il  faraglione chiamato scoglio del Monacone in quanto fino al secolo scorso nelle acque antistanti si poteva ammirare la foca monaca . I più noti faraglioni sono distinti:: 1 ° F araglione di Terra ( noto come Saetta), che è l’unico ancora unito alla terraferma , è il più elevato con i suoi 109 metri . Il faraglione Saetta ( il primo a sinistra) unito alla terraferma   Il faraglione Saetta ( il primo a sinistra) visto d alla terraferma   2° F araglione di Mezzo (chiamato a nche Stella ) , è quello in cui è presente la cavità al centro, una galleria naturale lunga 60 metri , che lo a

Napule nun t' 'o scurdà'

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Napule nun t’ ‘o scurdà O vintotto ‘e settembre d’ ‘o quarantrè Se tignettere ‘e russe ‘e giesummine For’ ‘e barcune  ‘e Materdei. Uommene, femmene, viecchie, guagliune ca sapevane ‘a storia malamente e guagliune ca nun sapevane niente sapettere ‘o stesse chelle c’ avevano  ‘a fà’                        Napule nun t’ ‘o scurdà’ Ma qua chitarra e manduline? O vintotto ‘e settembre d’ ‘o quarantrè P’ ‘o Vommero e Pusilleco P’ ‘e Funtanelle e ‘o Ponte ‘a Sanità ll’accumpagnamento ‘o faceva ‘a mitraglia e ‘o scugnizze cantave: “ Jatevenne, fetiente, carugnune. Jatevenne! Strillave Curreve Sparave, e mureva. Mureva, senza sapè , p’’a libertà, libertà senza discorse cumizie e bandiere bisogne ‘e libertà d’ ‘a pecura e d’ ’o lupe, bisogne ‘e libertà ‘e ll’omme ca nun s’era avvelenate ancora ca ‘na muntagna ‘e parole,  semplic