Toponomastica di Napoli


 Via Roma  - già  Via Toledo



Curiosità storica di Sasà ‘o Professore




  On. Paolo Emilio Imbriani
Sindaco di Napoli
Sfogliando la toponomastica della nostra città (Napoli) mi ha incuriosito e mi ha colpito, come è possibile, che il servilismo più becero fino alla sottomissione dell’autorità del regnante di turno, arrivi a far ridicolizzare una carica elettiva pubblica autonoma come quella di Sindaco, imponendo il proprio farnetico punto di vista, fregandosene del parere contrario dell’intero Consiglio Comunale.
Questo avvenne il 10 ottobre 1870 quando il Sindaco di Napoli in carica, On. Paolo Emilio Imbriani,



(a seguito del cannoneggiamento del 20 settembre 1870 delle mura Aureliane a Roma ed il loro abbattimento, che aprì la famosa breccia di Porta Pia, mentre i bersaglieri ed i fanti dell’esercito del re Savoia, Vittorio Emanuele II, conquistarono la città, e posero così fine al potere temporale del Papato e l’unità d’Italia fu ultimata con quell’atto e l’annessione ufficiale avvenne il 2 ottobre 1870 con un plebiscito), esultò non poco e dopo un aspro dibattito durato diversi giorni, decise con un ignobile compromesso, pur di averla vinta, di cambiare la strada cittadina, Via Toledo, l’emblema della passeggiata tipica dei napoletani, che la consideravano e, come lo è ancora tutt’oggi, la strada principale e più caratteristica della città, in Via Roma già Via Toledo.
La decisione sulla soluzione adottata spaccò l’intera cittadinanza e nacquero in tutta la città diversi comitati per ottenere il ripristino della vecchia intitolazione. In accesi contraddittori scesero in lizza personaggi letterati ed insigni storici di fama mondiale, come il professor Bartolomeo Capasso, che era sicuramente contrario, ritenendo pazzesco cancellare ben 334 anni di storia patria napoletana.
Via Toledo, infatti, fu inaugurata il 1536 dal Viceré spagnolo, Don Alvarez de Toledo, marchese di Villafranca, governando il re spagnolo, Carlo V., convinto assertore della magnificenza architettonica, ricca di una concezione e di un vivo desiderio di vedere abbellita ed ingrandita la città di Napoli, la capitale del Vicereame, da lui governata, anche per attrarvi e farvi insediare le nuove grandi famiglie feudali..

       
Don Pedro Alvarez  de Toledo
Marchese di villafranca del Bierzo


                                                  


Lo stesso Sindaco non poté fare a meno di riconoscere i meriti del Viceré spagnolo, anche se la sua proposta suffragata da una caparbia ostinazione deliberò il cambiamento, consegnando così il nome all’oblio toponomastico.



In città per evitare furiosi disordini, a seguito della sostituzione delle vecchie targhe stradali, (Via Toledo) con quelle nuove (Via Roma già Via Toledo) si rese necessario far piantonare la notte l’intero tracciato stradale da guardie municipali.
Il Sindaco, Paolo Emilio Imbriani, restò tale per pochi mesi ancora, fino alla sua morte fu apostrofato col seguente motto:

“ un detto antico e proverbio si noma,
dice : tutte le vie menano a Roma;
Imbriani, la tua molto diversa,
non mena a Roma, ma mena ad Aversa.”

(Ad Aversa c’era la struttura manicomiale più famosa d’Italia)

Commenti

  1. ..oggi mi sa che i pazzi si sò trasferiti tutti direttamente a Roma..con berlusconi(il capo dei pazzi)....

    RispondiElimina
  2. cara roberta
    oltre ad essere più :he d'accordo con te:
    solo i pazzi non non ammettono le critiche e l'opposizione e pertanto vorrebbero sopprimerla per riuscire nel loro disegno dispotico. il buon senso di un popolo che ha subito tanto specie nel secolo scorso non glielo consentirà.

    RispondiElimina
  3. Complimenti Sasa' e grazie.
    Sono per me grazioso omaggio tutte le perle che dedichi alla mia e tua amata città: Napoli
    Via Toledo e' la mia strada preferita.
    C'era il Banco Di Napoli dove lavorava mio papà e tu, con ciò che hai scritto con sapienza, mi hai suscitato tanti ricordi.
    Ti abbraccio
    adele de vito

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Bandiere con bande celeste e bianco

Il Certificato di congruità

le lettere straniere minuscole dell'alfabeto italiano