'O Zarellare


0 Zarellare


Un antichissimo ed utilissimo mestiere napoletano, fu “ ‘O Zarellare “ o come meglio indicato nella lingua turrese (quella parlata a Torre Del Greco) “ ‘O Zagarellare “.

O Zarellare (in napoletano era indicato come il merciaio) era colui. che in una piccola bottega vendeva su un minuscolo deschetto caramelle, lecca lecca, gomme da masticare, giocattolini e negli ultimi tempi, di nascosto, sigarette di contrabbando di varie marche straniere.
Il mestiere veramente nacque per accontentare le donne di casa, che avevano bisogno d'accessori per i loro abbigliamenti (per procedere a piccoli aggiusti e sarciture) come nastri, stringhe, spilli, stoffe minute, (appunto tutto ciò, detto originariamente zagarelle) ed in seguito pure cerniere lampo, bottoni d’ogni misura, ganci e gancetti.
In poche parole era il classico merciaio, che la sua bottega fu definita emporio, dove si poteva trovare di tutto.
Una volta negli anni susseguenti la fine della Seconda Guerra Mondiale qualche Zarellaro specie nei piccoli paesi offriva la sua mercanzia girando per vicoli gridando agli angoli delle strade: “Accattateve ‘o necessarie, ahi! quante ve serve e nun ‘o tenite, Cuttone, aghe bettune”
In alcuni Quartieri Napoletani frequentati dal popolo e nei piccoli circondari dell’entroterra resistono tuttora Empori con l’insegna “Tutto a Lire 100” ora “Tutto a € 0,50”, dove si può acquistare di tutto, con prezzi stracciati e con merci prevalentemente di provenienza Cinese o Coreana, soddisfacendo la clientela , che trova ciò di cui necessita, dato che il vecchio negozietto si è trasformato poco a poco in un autentico Bazar.
Ricordo uno Zarellaro speciale anzi ambulante, che, con una sorta di comò quadrangolare. posto su una ruota, che spingeva e trascinava come una carriola, per vendere la sua mercanzia (aghi, cotone, spilli, bottoni ed altro), e si portava per le stradine del mio paese, era conosciuto come “Don Giuvanni ‘o curtulillo".

 


             Negozio attuale di una Zarellara ( un emporio di piccolo merciaio)
                                     


Pensando al diffondersi dei supermarket e megamarket è scomparso il microcosmo dei dettaglianti, tra cui lo Zarellaro. E’ finita un’epoca, è finito un esercito di personaggi, che ti appartenevano, quasi familiarmente, che conoscevano tutte le tue abitudini ed esigenza ed all’occorrenza sapevano consigliarti con competenza.


Per completare la gamma di antichissimi mestieri, che non si trovano più, e forse sono stati anche dimenticari, anche perché erano fondati sulla mera specializzazione come per esempio:
L’Accimatore, quello che rifilava i fregi dei tessuti;
L’Arraganatore, l’uomo addetto alla tintura di panni con l’estratto di arganetta;
L’Azzimatore, il cimatore, colui che asportava o pareggiava il pelo di un tessuto, utilizzando
delle grosse cesoie ;
‘O Barrettare, chi era addetto alla confezione, alla pulizia ed alla stiratura dei cappelli;
'O Cannavare, il venditore di tessuti di solo lino o canapa;
‘O Cazettare, chi vendeva e riparava calze e calzini;
‘O Filajuole, chi era specializzato a filare i tessuti;
‘O Geppunare. chi vendeva e confezionava giubbotti;
‘O ‘Mpusematore. l’apprettatore di tessuti, specie dei baveri delle giacche e dei cappotti,
nonché della rigidità dei colli delle camicie;
‘O Pellettiere, artigiano addetto all’utilizzo delle pelli;
O Pannazzaro, cenciaiolo, chi vendeva panni usati di villaggio in villaggio con un fagotto
a spalla detta bandinella.



Continueràcon nuovi antichi mestierin appena possibile
E’ gradito un commento d’incoraggiamento a poroseguire

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