Madonne Campane speciali
Tradizioni e feste in onore di famose madonne in Campania
" la madonna Pacchiana ".
Ogni anno, dal primo sabato dopo Pasqua al 3 di Maggio (o tre della
Croce), le paranze, accompagnandosi con la tammorra, cantano e danzano
in onore della Mamma Schiavona, che ha saputo proteggere Somma dalla
furia del Vesuvio, che continua a rendere feconda la terra vesuviana,
che solleva i suoi figli dagli affanni quotidiani. In occasione della
Peregrinatio, la statua di questa Madonna dai tratti delle madri
contadine, dal volto e i fianchi larghi, rubiconda, grossolana e
feconda, affettuosamente definita anche “mamma pacchiana”, viene portata
in spalla per tutte le strade di Somma dai componenti di ogni paranza
che, quest’anno, hanno voluto indossare tutti la stessa maglia azzurra
con l’effige della Madonna.
Madonna di Castello (alias - Madonna Pacchiana ) Venerata nel Comune di Somma Vesuviana (Na), nel piccolo Santuario di Castello |
Le più famose madonne |
Le madonne delle 7 tammurriate |
Le madonne delle le note sette tammuriate tradizionali propiziatorie con
stili differenti di danze, sono da sinistra a destra Le immagini sacre qui di seguito riportate :
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La Madonna delle Galline,
venerata a Pagani (SA)
Madonna delle Galline Venerata a Pagani (Sa) |
Nella prima Domenica dopo Pasqua si svolge a Pagani (SA) la processione della "Madonna delle galline".
Parallelamente alla processione un gran numero di persone si riunisce nel paese per danzare e suonare fino a notte inoltrata.Questo curiosa festa religiosa, dal nome insolito, si rifà ad un episodio leggendario: un'effigie della Madonna, sotterrata anticamente per sottrarla alla temperie iconoclasta o alle scorribande saracene, fu rinvenuta grazie al 'raspare' di alcune galline. In realtà, si hanno notizie che già dal VII secolo i contadini Paganesi offrissero in dono delle galline come devozione alla Vergine. Al culto dell'immagine dette un forte impulso la guarigione di uno storpio avvenuta agli inizi del secolo XVII e attribuita all'intervento della Madonna delle Galline'.
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La Madonna dell’Avvocata,
venerata sul Monte Falesio a Maiori (SA)
venerata sul Monte Falesio a Maiori (SA)
Madonna dell'Avvocata Venerata a Maiori (Sa) |
Il culto della Madonna Avvocata a Maiori prende origine da un fatto
verificatosi nei primi del ‘500 allorquando un pastore del
luogo, tale, Gabriello Cinnamo, guidato
da una mistica colomba scoprì quella che oggi si chiama Grotta
delle Apparizioni. Ivi sistematosi a riposare gli apparve in sogno
la Madonna, che gli comandò di edificarLe un altare: in
cambio gli sarebbe stata Avvocata. Cinnamo edificò l'altare
e, vestito l'abito romito, costruì la chiesetta e fondò
un monastero. Dopo varie vicissitudini il complesso venne abbandonato
fino al 1888, allorquando l'altare venne restaurato da un muratore
devoto, e quattro anni dopo riprese il culto.
Culto particolarmente sentito a Maiori, ma anche a Cava dè
Tirreni e nell’Agro nocerino sarnese da dove il
lunedì di Pentecoste, giorno in cui si festeggia la Madonna
Avvocata, il santuario diviene meta di pellegrinaggio, e le pendici
del Monte Falerzio sono tutte un brulichio di carovane umane.
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La Madonna nera del Carmine,
venerata a Materdomini Nocera Superiore. (SA)
venerata a Materdomini Nocera Superiore. (SA)
Madonna del carmine Venerata a Nocera Superiore (Sa) |
La Sacra Immagine, della Madonna del carmine Venerata a Nocera Superiore (Sa), dalle fattezze bizantine dipinta su legno, riproduce , la Vergine Maria, che reca sul braccio sinistro il Bambino Gesù.
La tradizione narra che l’immagine della Vergine fu ritrovata miracolosamente sotto terra, conservata tra due lastre di marmo, nell’anno 1041 da una contadina di nome Caramari che ebbe una visione secondo la quale la Madonna le chiedeva di scavare sotto una quercia, perché lì si trovava una Sua effige miracolosa.
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La Madonna dell’Arco,
Venerata a Sant’Anastasia (NA)
Madonna dell'Arco venerata a Sant'Anastasia (Na) |
diardi particolare suggestione è la processione dei Fujenti del
lunedì in Albis. Una tradizione che si protrae da 5 secoli che richiama
il primo miacol
La prima immagine sacra della Madonna dell'Arco:
Nel Quattrocento, sorgeva
un'edicola dedicata alla Madonna sul margine della via che
collegava a Napoli i vari comuni vesuviani, nel lato del monte
Somma. Tale edicola si trovava a circa
otto chilometri dalla capitale del Meridione d'Italia, in
territorio del comune di Sant'Anastasia, nella contrada che si
chiamava «Arco» per la presenza dei resti delle arcate di un antico
acquedotto romano. Potrebbe perciò essere questo il
motivo per cui, con molta probabilità, i tanti devoti attribuirono
all'immagine sacra il nome di «Madonna dell'Arco». Il dipinto certamente non vanta pregi
artistici, ma colpisce la mesta espressione del volto, dominato da
due grandi occhi che hanno l'effetto di penetrare l'animo di chi
li guarda, lasciandovi un ricordo indelebile. Oggi, chi entra nel Santuario la
vede nel tempietto, costruito nel 1621 sul luogo preciso dov'era
il muricciolo dipinto. Durante un restauro, nel 1952,
venne tolto il pannello di marmo anteriore che copriva parte del
dipinto e venne alla luce gran parte della primitiva immagine che
fu poi nuovamente ricoperta.
Nel mese di marzo del 2000, al
termine dei lavori di restauro dell'intero tempietto, si è
proceduto a togliere definitivamente il pannello di marmo. In tal
modo, è di nuovo possibile ammirare il dipinto nella sua interezza
come doveva apparire la Madonna nel '400 ai viandanti che vi
passavano dinnanzi-Dove avvenne il miracolo:come oggi si presenta a Sant Anastasia (Na) |
IL miracolo ; Era il lunedì di Pasqua, 6 aprile
1450, e nella località si svolgeva una festa paesana. Due giovani
giocavano a chi facesse andare più lontana una palla di legno
colpendola con un maglio.
Nel gioco, la boccia di uno dei due andò a sbattere contro un albero di tiglio che sorgeva vicino all'edicola della sacra immagine, facendogli perdere la partita. Il perdente, accecato dall'ira, bestemmiando scagliò la boccia contro l'effige della Madonna, colpendola alla guancia sinistra. Questa, come se fosse di carne, cominciò a sanguinare.. Un giocatore di pallamaglio, furioso per aver perso, colpì l’immagine votiva che prese a sanguinare. invocando come fare per espiare il male procurato all'immagine sacra. La gente si gettò sul sacrilego e stava per linciarlo, quando, passando di lì il Conte di Sarno, Raimondo Orsini, Gran Giustiziere del Regno di Napoli, fece liberare il malcapitato. Dopo un processo sommario, constatato il miracolo, il sacrilego venne impiccato allo stesso albero di tiglio che aveva fermato la boccia. Da quel momento i devoti della Madonna , noti come. i fujenti, vestiti di bianco e a piedi scalzi, nell’ultimo tratto della processione, corrono freneticamente per espiare il peccato dell’empio giocatore. I fujenti portano in dono alla Madonna gli ex voto per grazia ricevuta. Il santuario ne conserva a migliaia di tutti i tipi, la collezione forse più copiosa del mondo cristiano.
Nel gioco, la boccia di uno dei due andò a sbattere contro un albero di tiglio che sorgeva vicino all'edicola della sacra immagine, facendogli perdere la partita. Il perdente, accecato dall'ira, bestemmiando scagliò la boccia contro l'effige della Madonna, colpendola alla guancia sinistra. Questa, come se fosse di carne, cominciò a sanguinare.. Un giocatore di pallamaglio, furioso per aver perso, colpì l’immagine votiva che prese a sanguinare. invocando come fare per espiare il male procurato all'immagine sacra. La gente si gettò sul sacrilego e stava per linciarlo, quando, passando di lì il Conte di Sarno, Raimondo Orsini, Gran Giustiziere del Regno di Napoli, fece liberare il malcapitato. Dopo un processo sommario, constatato il miracolo, il sacrilego venne impiccato allo stesso albero di tiglio che aveva fermato la boccia. Da quel momento i devoti della Madonna , noti come. i fujenti, vestiti di bianco e a piedi scalzi, nell’ultimo tratto della processione, corrono freneticamente per espiare il peccato dell’empio giocatore. I fujenti portano in dono alla Madonna gli ex voto per grazia ricevuta. Il santuario ne conserva a migliaia di tutti i tipi, la collezione forse più copiosa del mondo cristiano.
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La Madonna di Piedigrotta,
venerata a Mergellina (Na)
La Madonna di Montevergine
venerata a Mercogliano (AV)
venerata a Mercogliano (AV)
Madonna di Montevergine (Av) |
L'immagine della Madonna di Montevergine spicca il volto bizantineggiante di Maria, scura nella coloritura del volto, sicuramente precedente alla pala stessa e quello che oggi definiremmo "paccage", ossia la chiesa principale moderna. La Madonna è detta, proprio per le sue caratteristiche di incarnato, "'a Maronna nera Mamma schiavona", ossia è definita madre di tutti gli schiavi siano essi di qualcuno o di quella terra che come reca una canzone "sgrava solo catene, solo catene alla fatica, alla fatica de mill'anni e mille de sudore" (Oje Maronna fance chiovere), mentre una tammurriata la definisce la più bella tra le sette Madonne campane ed, a questo punto, la più cara ai contadini.
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La Madonna Zingarella o delle strade
venerata a Giugliano in Campania.(NA)
La Madonna la Zingarella o madonna
delle strade venerata a Giugliano in Campania.(NA) |
Suor Angela Maria Bovo, nata negli
Stati Uniti da genitori veneti, investigando sulle sue origini italiane,
ha fatto una scoperta sorprendente. Rimasta orfana in tenera età,
voleva saperne di più del suo paese di origine, dei suoi genitori e del
motivo della loro emigrazione in America. Fu così che, nei mesi estivi
del 1984, ottenne dalla sua Superiora il permesso di compiere un viaggio
in Italia; e così ebbe occasione di conoscere le sue origini.
A casa di un’anziana zia Giulia –
rintracciata a Venezia dopo accurate ricerche – c’era una piccola
immagine di forma rotonda, dalla cornice dorata: era la familiare "Madonna delle Vie" [detta anche "La Zingarella"] del Peruzzi.
– "Questa è tua madre!", disse zia Giulia.
– "Lo so", rispose Sr. Angela Maria, credendo che la vecchia zia parlasse della Madonna.
– "No, no", insistette la zia, comprendendo la reazione della religiosa: "È la tua vera madre!".Da principio la Suora era scettica. La zia restò come offesa: "Perché dubiti?". Poi, mediante l’interprete, Giulia cominciò a narrare una storia sorprendente: rifugiatisi i genitori di lei sui Colli Euganei nel 1866 [a causa delle guerre che allora sconvolgevano la Repubblica di Venezia], fu lì che Roberto Ferruzzi vide Angelina Cian – la futura madre di Sr. Angela –, allora dodicenne, che custodiva il fratellino ancora lattante, formando un quadro stupendo. Ferruzzi, giovane artista di appena trent’anni, fu colpito dalla bellezza e dal candore della scena e decise di dipingerla: forse non ebbe mai l’idea di dipingere un quadro della Vergine; ma il soggetto era tale che gli venne spontaneo intitolarlo "Madonnina".
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