'O Patanare


‘O Patanare in italiano è il Patataio. Venditore ambulante di patate.
Patanaro  ( Patataio) di altri tempi.

 Un tempo girava per le strade ed i vicoli di Napoli a piedi con un sacco a tracolla pieno di patate o girava con un asino con una soma carica di tale ortaggi, appena estirpati dal terreno e andava vendendole al grido:
“Patane a ‘nu chile tri sorde!” (Traduz. = patate un chilo tre soldi)
“Patane janche e grosse “ (Traduz. = patate bianche e grosse)
“Patane, me parene muzzarelle” (Traduz. = patate mi sembrano mozzarelle)
“Tenghe ‘e Patane pe’ panzarotte” (Traduz. = ho le patate per fare i panzarotti)
“ Acalate ‘o panare! Gente – gè…!, cinque chile ‘e patane ‘na lire!

(Traduz. = Abbassate il paniere! Gente…! 5 kg. Di patate una lira)
‘O patanare ambulante ogni giorno riusciva a venderle tutte, in seguito, con l’aiuto di un carrettino trainato da un asinello, aggiunse alla sua offerta di patate anche i piselli nel periodo della loro crescita.
Ai tempi nostri 'O patanare, lo si può incontrare con il suo triciclo o con un camion agli angoli delle strade nei pressi dei mercati od all’uscita delle autostrade o tangenziali e offre il suo prodotto, (‘e patane) in sacchetti da tre o cinque chili al prezzo di due o tre Euri.


'A Patana è un ortaggio originario del Cile, in Europa giunse nel 1500 ad opera dei Carmelitani Scalzi e si diffuse soprattutto cotto o lessato, divenendo il pranzo indispensabile per i meno abbienti, fritto poi è divenuto una leccornia per grandi e bambini (le patatine fritte).



Pasta e patate alla napoletana





                                                        

‘E Patane a Napoli sono utilizzate in cucina sia per preparare un bel primo piatto (‘a Pasta e patane)


pasta e patate con aggiunta di pomodori




                                              

 un connubio saporitissimo, se cucinato con l’aggiunta di qualche pomodoro e scaglie o croste di parmigiano ed un gambo di sedano.
Una specialità tutta napoletana è un bel timpallo di patate, (il Gattò)

                                                      

per ottenerlo occorre prima lessare, poi sbucciare e schiacciare le patate per ottenere l’impasto, che deve contenere incorporato del burro, dell’ uova, del parmigiano, qualche pezzo di provolone piccante, alcuni pezzetti di salame, del prezzemolo, sale e pepe ed infine una quantità di latte sufficiente per renderlo morbido..In un tegame unto e dopo averlo cosparso di pangrattato si cuoce al forno l’impasto, così ottenuto, spolverizzandolo ancora di pangrattato, per bel 45 minuti finché si formi una crosticina dorata.

                                                             

Le patate, sono infine l’ingrediente principale per i famosi panzarotte. (le crocchette di patate)

Commenti

  1. mmmm che meraviglia!
    Ho una domanda sul gattò. Secondo te viene dal francese (gateaux?) oppure è originale napoletano?
    ciao

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  2. carissima maria serena
    eccoti accontentata, è di origine francese, è una tortina preparata dal monzù francese portato a napoli dalla regina carolina di baviera, sorella di maria antonietta, come pure il gattò mariage , la torta di nozze.
    grazie del bel commento, ti saluto affetuosamente. ciao

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  3. il famoso e buonissimo gattò per un mio amico romano è altra cosa , un pasticcio freddo con il tonno e patate, sarà il piatto di cui parla Mariaserena,da napoletana conosco la versione da te ben descritta, buona domenica.

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  4. Caspita,mi sono fatta una cultura leggendo il tuo blog! Complimenti. Si respira l'aria di una Napoli che nn c'è più se nn nei racconti dei miei genitori.

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  5. o catto' a fin ro' munn mangiat accussi appen asciut ro furn vullent vullent e filant

    sia benedetto o patanar e frances che ci hanno creato sta delizia che pero noi facciamo piu saporit mettendoci a provol e o prosciutt cotto:-p

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  6. Madò ma tu non puoi farmi commentare post del genere.Con la fame che mi ritrovo sempre... Il patataro che bello quello che racconti,mestieri antichi per sopravvivere.

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