Debito Pubblico - 4 Puntata



DEBITO PUBBLICO – 4^ puntata


Continuo, allora, carissimo Tore, : ripresi a descrivere come si era giunti a questa tale massa di Debito Pubblico.

Carissimo amico mio, professore Sasà,- m’interrogò  con tono quasi irriverente, il buon Tore Castagna,: “ mi state omettendo qualche importante informazione, io so per certo che negli anni del passato millennio (il 900) altri tipi di titoli di Stato furono emessi  per completezza della vostra esposizione esaustiva, forse non conosciuti dal popolo minuto dei risparmiatori, ma ugualmente accettati e sottoscritti dai facoltosi acquirenti del Debito Pubblico nostrano ( quali aziende di credito, agenti di cambio, società finanziare ( come i nascenti fondi d’investimenti) “.
“ Non volevo essere saccente e pedante, non desideravo omettere nulla”. Risposi immantinente, all’appunto fattomi e ripresi con tono deciso:     “ Non volevo fartela lunga, la descrizione degli avvenimenti di quel periodo,  la farò per sommi capi, infatti,  gli altri titoli del Debito Pubblico emessi in quegli anni furono necessari a seguito di eccezionali avvenimenti, come la nostra entrata nello SME e gli accordi degli stati europei della futura moneta unica europea.”
Se ben ricordi :
"(Lo SME - il Sistema Monetario Europeo - entrò in vigore il 13 marzo 1979 e fu sottoscritto dai paesi membri dell'allora Comunità Europea    (di cui faceva parte anche l’Italia, ad eccezione della Gran Bretagna, che  aderì  nel 1990), che prevedeva un accordo per il mantenimento di una parità di cambio prefissata (stabilita dagli Accordi di cambio europei), che poteva oscillare entro una speciale fluttuazione e fu creata anche una moneta speciale di riferimento (una - unità di conto comune - (l'ECU),  (European Currency Unit) cioè ( Unità di conto Europeo).)".





Moneta da 5 ECU in argento coniata  nel 1993
In poche parole il Sistema monetario europeo era un progetto stabilito nel 1979 in cui la maggior parte delle nazioni della Comunità economica europea vincolavano le loro monete onde prevenire troppo ampie fluttuazioni reciproche per assorbire nel miglio modo possibile l’alto tasso di una incontrastata inflazione.
A partire dagli anni 1980, infatti,  l’ECU  conobbe un notevole sviluppo dei suoi usi privati monetari e finanziari (emissione di obbligazioni, depositi e crediti bancari, assegni di viaggio ecc.) penetrando anche nel settore commerciale quale moneta di fatturazione e di pagamento. Si ebbero così emissioni di Titoli di Stato in ECU, come i BTE, i CTE nonché mutui concessi in ECU .


Per completezza in quel  periodo di transizione lo Stato italiano  emise altri titoli di debito pubblico come elencati di seguito.:
buoni del tesoro in euroscudi (BTE): titoli simili di durata annuale emessi alla pari e rimborsati ad un prezzo sopra la pari composto dal tasso di interesse del titolo maggiorato o diminuito del tasso di cambio Lira-ECU. Sono stati emessi l'ultima volta nel 1993;
buoni del tesoro quadriennali (BTQ): titoli della durata di 4 anni, emessi negli anni settanta e ottantina,
certificati del tesoro in Euroscudi (CTE): titoli emessi in euroscudi (ECU) con scadenze tra i 4 e gli 8 anni.
certificati di credito con opzione (CTO): titoli con scadenza di 8 anni, con facoltà di rimborso anticipato al quarto. Sono stati emessi negli anni ottanta;
certificati del tesoro reali (CTR): titoli indicizzati all'andamento del deflattore del PIL emessi nel 1983 in unica emissione, sono di fatto antenati degli odierni BTP€i;
certificati a sconto (CTS): titoli il cui rendimento aveva una parte variabile (indicizzato alla metà del tasso dei Bot) e una parte fissa (con uno sconto prestabilito sul prezzo) emessi negli anni ottanta;
Con l’adozione dell’euro il 1° gennaio 1999 da parte dell’Unione economica e monetaria europea, l’ECU ha cessato di esistere. La conversione tra ECU ed euro è stata stabilita in base a un rapporto di 1 a 1.

Altro motivo essenziale e formativo nel cambiamento  dei costumi della mentalità popolare dei possesso materiale dei titoli, fu  l’abolizione e la stampa dei titoli stessi, a seguito di furti  e delle continue  falsificazioni        ( per cui  la consegna cartacea dei titoli all’acquirente sottoscrittore fu abolita – si era nel 1999- la fine del secolo). Era un metodo quello, un modo di vita,  come il recarsi in banca per la riscossione degli interessi, previo ” il famoso stacco della cedola semestrale allegata allo stesso titolo , per cui era in uso la frase: staccare la cedola”  =  per dire : andare ad incassare gli interessi.
 Oggigiorno i titoli sono tutti "dematerializzati" e rappresentati da iscrizioni contabili a favore: chi li acquista ha come prova d'acquisto e di possesso, rispettivamente, la ricevuta bancaria e l'estratto conto dei titoli registrati sul deposito titoli intestato all'acquirente. Ciò consente l'accredito diretto su conto corrente delle cedole e del capitale a scadenza. I bond ( i Btp) cartacei al portatore sono privi di valore legale.

Altra novità importante da ricordare , infine , in quegli anni, esattamente il 20 settembre del 1973 con il DPR n. 601 , (in forma sperimentale per vedere che effetto avrebbero ottenuto sulle sottoscrizioni del Debito Pubblico), che  recava la Disciplina delle agevolazioni tributarie, gli interessi sui titoli di stato, che fino a quel momento  erano esenti da imposte sul reddito.
Ai sensi dell'art. 1 del D.P.R. 19 settembre 1986 n. 556,[, infine, si giunse con questo decreto  alle Modifiche al regime delle esenzioni dalle imposte sul reddito, convertito con modificazioni nella Legge 17 novembre 1986 n. 719,  sanciva  che gli interessi sui titoli emessi successivamente al 20 settembre 1986 erano assoggettati a una ritenuta erariale pari al:
6,25% per i titoli emessi prima del 31 agosto 1987
12,5% per i titoli emessi dopo tale data.


Un’ultima precisazione, per completare il quadro del Debito Pubblico alla fine del XX secolo ( il 1900 ), devo ricordare per la cronaca, che  nel 1994 fu fatta una legge, la numero  724 del 23 dicembre,  che concedeva con l’art. 35 la facoltà  anche agli enti pubblici territoriali (quali Comuni, Province, Regioni e altri)  di finanziare opere pubbliche mediante l'emissione di obbligazioni di scopo, per investimenti specifici, completamente esenti da imposte e detraibili. Tali buoni erano garantiti dalle entrate fiscali e dal demanio di proprietà degli enti locali, avevano durata non inferiore a cinque anni, e vincolavano gli enti locali a investire il capitale raccolto per i capitoli di spesa deliberati con l'emissione. Questi titoli presero il nome di buoni obbligazionari comunali (BOC), o provinciali (BOP) o regionali (BOR). Ma non ebbero un grande successo anche per la incompleta attuazione del diritto di beneficiare di entrate sufficienti e certe delle obbligazioni contratte da  questi Enti Pubblici Territoriali.







 La prossima puntata, l'ultima, sarà l'analisi dell'attuale situazione e la pecisazione del Debito Pubblico Primario. cioè Supremo - dello Spread.
- perciò non mancare di venire ad informarti . ti piacerà sapere.......

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