Il mito di Proteo


Chi era Proteo



Proteo, ministro di Poseidone, era considerato il pastore delle greggi marine



Vuoi conoscere chi era Proteo, come trascorreva le sue giornate e come faceva le sue mitiche trasformazioni per sottrarsi, poiché era dotato del dono della profezia, a chi lo interrogava di non rilevargli il futuro.

                           EccoVi ……..accontentato.

Proteo era un Dio del mare, un profetico ministro di Nettuno, incaricato di far pascolare i branchi di foche ed altre greggi marine nei pressi dell’isola di Faro, vicino alla foce del fiume Nilo.


 
Proteo il vecchio Re del mare (incisione del 1531)


Psamate (la nereide moglie di Proteo  figlia di Nereo)
 in un particolare di un dinos risalente al 450 a.c.




 Era noto anche come il vecchio del Mare, nato dalle acque il cui nome sembra una forma arcaica di Protogonos (nato per primo).
La moglie di Proteo fu Psamate, che era figlia di Nereo, che gli dette due figli, Teoclimeno, che divenne anch’egli alla morte del padre un indovino e Idonea, conosciuta anche come Eidote, che svela a Menelao, come costringere il padre a svelargli dove era Elena e ad indicargli la strada del ritorno.
Proteo, come il suocero Nereo, era dotato del potere di trasformarsi in qualsiasi specie d’animale e di essere vivente, anche vegetale e prenderne le loro sembianze, pur di sottrarsi alle domande postegli dai mortali, che desideravano conoscere la verità ed il loro futuro.
Proteo era capace di creare anche fantasmi, come si diceva che vi riuscì, quando fece credere a Paride, di recare con se la bella Elena nel ritorno a Troia, mentre in realtà Elena non era altro che un magico fantasma, creato dallo stesso vecchio del mare e modellato da Giunone per punire il troiano per l’affronto fattele nello scegliere Venere, quale dea della bellezza.
L’originale di Elena, per voler di Mercurio, fu trattenuto sull’isola di Faro da Proteo, che fu ben lieto di punire in questo modo Paride, dopo, che aveva riservato agli insoliti amanti una benevole accoglienza.
Il suo ingannevole operare ebbe origine, perché rimase indignato per il tradimento perpetrato ai danni di Menelao, dopo che venne a coscienza della tresca tra Elena ed il suo rapitore.
Finita la guerra di Troia, Menelao, saputo della vera sorte della moglie Elena, si portò nei pressi dell’isola di Faro e grazie all’aiuto di Idonea, o Eidotea figlia prediletta di Proteo, che era a conoscenza delle veloci trasformazioni del padre in vari esseri, gli suggerì di non spaventarsi ed afferrato una volta il vecchio re del mare, non doveva mollarlo e così avrebbe saputo dove era custodita Elena ed avrebbe potuto conoscere cosa fare per ritornare alla sua Sparta.
Il vecchio una volta immobilizzato, parlò e svelò a Menelao le incombenze da farsi, come quella di sacrificare a Giove e così avrebbe potuto abbracciare la sua sposa e fare un felice ritorno.

Questa leggenda mitologica ci fa capire che senza scervellarsi più di tanto, che per venire a capo della verità, bisogna superare ostacoli spesso di difficile soluzione, ma per risolverli basta  ragionare in modo semplice e con l’esperienza della propria esistenza e con molta tenacia senza abbattersi. A tutto c’è rimedio.

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