Ganimede

Curiosità mitologiche di Sasà ‘o Prufessore!
A proposito di Pedofilia vuoi conoscere il mito di Ganimede, il primo fanciullo che fu il simbolo di questa perversione sessuale?

                                              EccoVi accontentati.

Diciamo subito che Ganimede era un giovane eroe troiano, figlio della stirpe reale discendente da Dardano (il Re che fondò la città di Troia).
Ganimede, infatti, era figlio di Troo e di Calliroe, fratello d'Ilo, di Cleopatra, d'Assaraco e nipote di Laomedonte, mentre suo nonno era considerato Erittonio, figlio di Dardano.
Già nella tenera età, fu avviato alla custodia ed al pascolo sulle montagne prospicienti la città di Troia delle sacre mandrie, mestiere già esercitato dal padre, che aveva quest’incarico di fiducia, quale facente parte della famiglia reale.
Adolescente era già noto per la sua bellezza ed era considerato “ il più bello dei Mortali”, tanto da infiammare d’amore tutti coloro che l’incontravano o lo vedevano per la prima volta.
Non sfuggì alla sua bellezza e al suo fascino il più potente dei Dei olimpici, Il sommo Zeus (Giove), che, invaghitosi follemente, lo fece rapire facendoselo trasportare nel suo talamo, sull’Olimpo.

Ganimede rapito da un aquila


Giove, per ammirarlo continuamente e per godere delle sue grazie in ogni istante, lo nominò suo personale coppiere, sostituendo il pur bravo Ebe, (precedente coppiere, ritenuta la dea dell’eterna giovinezza), che svolgeva quel compito da sempre, vale a dire da quando gli "Dei olimpici" s’erano insediati, nel sapere mescere l’inebriante ambrosia (il nettare dell’eterna giovinezza).
Il fanciullino, Ganimede fu rapito, mentre si trovava al pascolo sulle pendici del monte Ida di Troiade nei pressi del borgo d’Arpago, (località il cui nome evoca l’idea di rapire).
La tradizione classica greca racconta che il rapimento fu effettuato direttamente dallo stesso Zeus (Giove), che prendendo le sembianze di un’aquila, come spesso accadeva quando il Padre degli Dei, per soddisfare le sue passioni e voglie amorose, ricorreva a queste trasformazioni. (si ricorda il rapimento di Europa assumendo la forma di un toro o quando si trasformò in cigno per insidiare la bellissima Leda)
Ganimede, fu elevato a rango di Dio e risiedendo sull’Olimpo fu anche il prediletto di Zeus (Giove), oltre ad essere, come detto precedentemente il suo coppiere, fu designato custode ed il portatore del penetrante dardo (il Fulmine).

Ganimede., coppiere e custode del fulmine di Giove






Zeus (Giove) fu aiutato, durante il rapimento del bel Ganimede, da suo figlio Tantalo, che era famoso per essere colui, che svelò ai mortali molti dei misteri divini, per questo fu punito a rimanere eternamente in bilico sotto un’enorme pietra nel baratro degli Inferi, dove fu relegato.
Anche questo rapimento, per dimostrare la sua magnificenza, Zeus (Giove) ricompensò il padre del fanciullo Ganimede (Troo) con una quadriglia di Cavalli divini ed una piantina di vite d’oro, opera d'Efesto (Vulcano).
Ganimede in astronomia, come tutti gli Dei Olimpici, ha una sua posizione di primo ordine nel firmamento, rappresenta il più importante satellite del pianeta Giove e forse il più grande di tutto il sistema solare
Il satellite di Giove , Ganimede  ( il più grande del sistema solare)













Questo mito sta significando che anche i soprusi sono giustificati da chi esercita il potere utilizzando anche strumenti subdoli.


Continuerà con nuovi episodi mitologici,
E' gradito un commento, se è stato interessante, quale incitamento a continuare



Commenti

  1. Condivido questo dire, Ganimediano. Un saluto da sar.

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  2. < sebbene questo racconto mitologico appartenga alla fantasia, è anche vero che l'immaginazione è frutto della mente umana, quindi il riflesso di un comportamento, di un'inclinazione, di un modo di essere, in questo caso dell'autore, che cofessa una realtà. A differenza di Ganimede, però, oggi nessun minore che cada nella trappola della pedofilia, brillerà mai nel firmamento accanto ad un pianeta: la sua luce verrà oscurata per il resto dell'esistenza...Un abbraccio, Angela>

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