Gonfalone della regione Sicilia
La
Sicilia, prima regione ad ottenere uno statuto di
speciale autonomia, è stata l'ultima a dotarsi il 28 luglio 1990 di stemma e
gonfalone ufficiali. La bandiera predisposta nel 1995 aveva al centro uno
stemma ricalcante il modello definito da una proposta di legge del 1982 (poi
decaduta), inquartato con le armi normanna (1°) e sveva (2°) della Sicilia, la
triquetra (3°) e l'arma aragonese (4°). Esso è simile ma non uguale a quello
che compare sul gonfalone adottato nel 1990 differenziandosi solo per l'ultimo
quarto (Sicilia aragonese con pali e aquile anziché Aragona con i soli pali).
Tale bandiera, ancorché usata dalle istituzioni, non ebbe grande seguito e nel
2000 fu definitivamente sostituita dalla più fortunata versione seguente.
Stemma e gonfalone erano stati adottati con la legge regionale n. 12 del 1990, approvata dall'Assemblea regionale siciliana, su proposta del parlamentare regionale e storico Giuseppe Tricoli.
Gonfalone ufficiale della Regione Sicilia |
Bandiera armeggiata
riproducente lo stemma regionale, adottato con la succitata legge del
28 luglio
1990, in uso fin dal 1990, confermata e resa ufficiale dalla
legge regionale del 4 gennaio 2000. Proporzioni 2/3. La triquetra, con
la testa della Medusa, tre gambe rotanti e spighe di grano, è
emblema tradizionale siciliano, comparso a più riprese sulle
bandiere (ad es. sui vessilli dei napoleonidi del Regno di Napoli, sui
tricolori siciliani del 1848, sulle insegne degli indipendentisti nel
secondo dopoguerra). È antichissimo simbolo siculo risalente al
IV secolo a.C. che appariva sulle monete delle città liberate
dai tiranni.
Bandiera con lo stemmo della Triquetra ( simbolo della Sicilia)
La Trìscele (Triskele o Triskell, conosciuta anche con il nome grecizzato di Triskelion, in araldica Triquetra, sebbene con significato più particolare, a volte erroneamente Trinacria) è una raffigurazione di un essere con tre gambe (dal greco
τρισκελής), più generalmente tre spirali intrecciate, o per estensione
qualsiasi altro simbolo con tre protuberanze ed una triplice simmetria
rotazionale
Triquetra siciliana ritrovata aPalma di Montechiaro (Ag)
Questa Triscele di terracotta di quel periodo è conservata nel Museo Archeologico di Agrigento. L’isola fu quindi chiamata Triquetra, Trichelia, Trinakìa con un solo significato: terra con tre alti promontori (Peloro, Pachino e Lilibeo) a raffigurazione triangolare.
La triscele, come simbolo della Sicilia, era inizialmente la testa della Gòrgone (o della più specifica Medusa),
i cui capelli sono serpenti, dalla quale si irradiano tre gambe piegate
all'altezza del ginocchio. La Gòrgone è un personaggio mitologico, che
secondo il poeta greco Esiodo era ognuna delle tre figlie di Forco e Ceto: Medusa (la gòrgone per antonomasia), Steno (la forte), Euriale (la spaziosa).
Un'altra versione della testa è quella di una donna, forse di una
dea, in taluni casi raffigurata con le ali per indicare l'eterno
trascorrere del tempo, contornata da serpenti per indicare la saggezza. I
serpenti in seguito sono stati sostituiti da spighe di frumento, a
voler significare la fertilità della terra dell'Isola (i serpenti furono
sostituiti con spighe di grano dai Romani per simboleggiare il suo status di "granaio" di Roma).
|
Commenti
Posta un commento