Il Mito di Adone - L'amore eterno


Chi era “ Adone, e che rappresentò ? Vi piace saperne di più ?
EccoVi ……..accontentati.


L' albero della mirra nell 'isola di Socotra 
Facendo seguito, come preannunciato nella commovente storia di amore, quella di Pigmalione con la statua da lui stesso creata,  Galatea, somigliante Afrodite, ecco a parlarvi di
Adone, mitico personaggio dell’antichità, rappresentante il frutto dell’amore incestuoso tra un padre e una figlia, è un altro esempio di amore, come veniva inteso nelle credenze degli antichi greci, che erano soliti immaginare un connubio tra il naturale ed l’innaturale, giustificando spesso il sottile passaggio dall’ umano all’eterno.
A Cinira, nipote di Pigmalione. fondatore della città di Pafo sull’isola di Cipro, gli nacque una figlia ( Mirra o Smirra), che, appena divenne una leggiadra giovinetta, s’innamorò perdutamente del padre. Mirra si considerava bellissima e spesso si vantava di avere i capelli più belli della stessa Afrodite (Venere) la dea della bellezza e per questo fu punita. La punizione consistette nel fatto che, Mirra, (per volere degli Dei olimpici, che mal sopportavano questi affronti dai mortali), presa da irrefrenabile passione pel padre, con inganno inebriò il genitore con essenze irresistibili e giacque con lui per dodici notti consecutive.
Durante l’ultima notte al bagliore di un lume nascosto Cinira si destò dall’ebbrezza e scorta chi era la compagna di letto e scoperto l’inganno, andò su tutte le furie e brandendo la spada si scagliò con veemenza contro la figlia per ucciderla.


 


Venere ed Adone







Mirra, per sfuggire alla morte e conscia che portava in seno un bambino, concepito in quell’amore proibito, e piena di vergogna, pregò gli dei di scomparire e di non esistere né tra i vivi , né tra i morti.
Padre Zeus (Giove) s’impietosì e trasformò Mirra in un albero, che piange con le lacrime più aromatiche nel partorire il proprio frutto, il frutto del legno ( Adone).



Divenuta albero, Mirra partorì così il suo primo frutto (Adone) che era un bambino bellissimo, tanto che Afrodite (Venere), lo nascose chiudendolo in una cassa, che consegnò a Proserpina o Persefone (la dea degli Inferi) perché la custodisse. Proserpina, incuriosita del contenuto, aprì la cassa e visto il bel bambino , non volle più restituirlo.


Tra le due Dee nacque così una contesa, che, fu risolta da padre Giove con questo verdetto, il fanciullo, finché non diventava adulto, una parte dell’anno la trascorreva da solo, un’altra parte con Proserpina ed un’altra con Afrodite.
Intanto Ares (Marte) roso dalla gelosia per le attenzioni amorose, che Afrodite profondeva per il fanciullo, durante una battuta di caccia fece ferire a morte da un cinghiale il bel Adone, Il cui sangue, spargendosi per tutta la boscaglia, dove ricadeva, faceva sorgere anemoni rossi variopinti, che però appassivano molto presto.
Il Mito di Adone sta a simboleggiare nel cinghiale la stagione invernale, che spegne la vita della natura ( la morte apparente, il periodo che Adone trascorre presso Proserpina negli inferi), e nell’amore eterno voluto da Afrodite finché non si congiunge con Adone, che si manifesta nella rinascita della vegetazione in primavera con il rifiorire nei campi dei primi fiori anche se dopo breve tempo appassiscono.
(le primule – il sangue di Adone)),


Primula rossa




La primula  e denominata anche " Primavera "
perchè rappresenta il primo fiore che rinasce dal letargo invernale





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