'O Maccarunare


La storia della pasta più verosimile



piatto di maccheroni al ragù ( tipico piatto di pasta  cotta alla napoletana)




'O Maccarunaro  dietro il suo banco di produzione e vendita
davanti  avventori che mangiano la pasta asciutta  cotta senza forchette


Maccaronaro. Pastaio. Produttore e venditore di ogni sorta di pasta da minestra o da sugo (dagli spaghetti ai ziti a finire ai maccheroni). nonché Rifocillatore di altri tempi con pasta asciutta cotta in pentolone all’angolo di strade o vicoli per soddisfare la fame della gente. ‘O Maccarunare produceva un pasto a buon mercato pieno di calorie da soddisfare egregiamente senza alcuna etichetta i morsi della fame, specie per le classi meno abbienti.
‘O Maccurunare con il suo avvento trasformò la dieta dei Napoletani, che da consumatori di zuppe di foglie, di verdure e di cavoli, divenne a base di pasta, detta poi Dieta Mediterranea, che forniva calorie e saziava tanto da far coniare il detto :

“Vine e Maccarune so’ la cura de li pormoni”

Il negozio del Maccarunare ambulante consisteva in una grossa fornace, su cui poggiava un pentolone con coperchio per far bollire l’acqua e cuocere la pasta ( spaghetti, linguine, ziti ) nonché di un banco dove erano poggiati contenitori di formaggio grattugiato, sugo o pezzi di pomidoro, olio, sale e tutto ciò che poteva essere usato per condire.







Il costo di una razione era a buon mercato ed alla portata delle tasche ed era pari a due soldi ( un piatto di maccheroni costava “‘o doje allattante”, se consisteva nella sola pasta appena scolata, condita con una spruzzata di formaggio grattugiato, che rappreso ricordava la cagliata del latte) ‘o doje cu ‘o russe o alla Garibalde, ( perché condita con olio e col rosso del sugo di Pomodoro.come la camicia dell’eroe.



     




Spaghetti in bianco con parmigiano grattato






    spaghetti al sugo di pomodoro



Quando i maccheroni erano pronti per essere scolati, l’invito a gustarli era :

Guagliò’ viene , magne, te sazie e te scarfe ‘o cannarone.

I maccheroni e la pasta in genere veniva messa in un piatto e portata alla bocca con le dita delle mani aperte a forma di forchetta.
Ai tempi dei Romani e fino al loro declino  già s’iniziò ad usare una sorta di forchetta a due rebbi per trattenere e portare alla bocca la pasta cotta per non imbrattarsi le mani.


Prima forchetta a due rebbie ulizzata dai romani e ripresa nei banchetti di Venezia

(Dopo il declino dell'impero romano  anche i loro usi furono messi da parte e la prima occasione in cui riapparve, quasi per incanto, la forchetta a due rebbie fu durante il banchetto per le nozze tra la principessa, figlia diciassettenne dell’imperatore bizantino Cristiano IX, Maria Argyropoula, detta Argira e il figlio del doge di Venezia, Giovanni Orseolo II, celebrate nel 955,  Mentre tutti mangiavano con le mani la raffinata principessa usava infatti una forchetta.  Fu uno scandalo clamoroso e dopo un po' si trasformò in aperta condanna da parte della Chiesa per la “bizzarra e decadente” principessa bizantina. Cosicché quando nel 1005 la sfortunata giovane si ammalò di peste e ne morì, nobili e popolani veneziani s'inventarono che ciò era la punizione divina per tanta aberrante e oltraggiosa perversione conviviale).


forchetta a 4 denti ( le rebbi)  come si presenta  e si utilizza oggi



Nell’ Ottocento i rebbi ( i denti della forchetta) passarono a tre ed infine si ha notizia che Re Ferdinando II  di Borbone, apprezzato l’invenzione ( i rebbi furono portati a quattro come lo sono attualmente) concesse onori e gloria al suo Proponitore ( il ciambellano di corte Gennaro Spadaccini) e così specie gli spaghetti, grazie a Lui, si possono avvolgere sulla forchetta e portali alla bocca magnificamenterebbi senza sporcarsi.

‘E Maccarune ……… chi li invento?

Varie fonti storiche attendibili, non essendoci di contrattendibili farebbero risalire l’origine ed il merito della diffusione dell’arte della manifattura della pasta e dei maccheroni alla “Gens Grania”, popolazione dell’età romana, che risiedeva nell’entroterra del Golfo di Stabia e di Amalfi l’odierna Gragnano ( terra nota per l’arte molitoria e per la pastificazione, sia in Italia, che nel mondo), poiché seppe sfruttare le acque, della sorgente Forma del fiume Vernotico, che alimentarono decine di mulini.
Sfatiamo il mito dei maccheroni inventati per primi dai Cinesi, poiché erano conosciuti e consumati già prima che Marco Polo tornasse dal suo viaggio in Cina . Si è a conoscenza che un notaio genovese Ugolino Scarpa redasse un testamento nel 1279 in cui era elencato l’inventario dei beni di un certo Porzio Bastone, tra i beni è riportato : “ una Barisella plena de Maccaronibus” ( Barisella è una piccola nave, che era piena di casse di maccheroni)
L’ipotesi più probabile è che siano stati gli arabi ad introdurli in Italia, prima in Sicilia e poi in tutto il Meridione . La parola maccheroni deriverebbe secondo Celio Rodigino nel suo libro (Lectionum Antiquarum - Lugoluni 1542) da Machaera ( cioè Coltello, quindi frumento pastificato e tagliato poi con il coltello.
Ad ogni buon conto i maccheroni rappresentano un fatto prettamente della cultura mediterranea, specialmente meridionale
.




La Machaera
(Coltello a costola curva usato  dai greci , dagli arabi , dai romani per fare sacrifici agli dei)






Per magnificare la parola Maccarone, esiste un detto, usato dalle vecchie generazioni, ma riportato all'occorrenza anche dalle nuove:

 " Ziti e murticièlle va truvànne 'o parrucchiàne 'e sant'Anièlle"

Traduzione letterale = Giovani promessi sposi  ('e Zite)
e funerali di piccoli ('e Murticielle) va in cerca il parroco di Sant'Agnello.
Modo di dire che il Parroco della chiesa di Sant'Agnello preferiva partecipare ai festeggiamenti di una promessa di matrimonio, dove s'imbandivano zuppiere di maccheroni ( 'e zite) ed alle cerimonie  di consolazioni dei parenti del piccolo morticino ( il cosiddetto  -Cunzuole- ) preparato  a base di  pasta in brodo e mozzarella per consolarsi  e lenire il dolore




Commenti

  1. Bentornato Prof... sono felice di leggerla ancora. Sempre interessante sapere e tenere vivo il ricordo del nostro passato.
    Spero che vada tutto meglio adesso....

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