Perchè Napoli è piena di Chiese ?

A proposito di curiosità storiche, vuoi conoscere perché Napoli, più d'ogni altra città italiana, è piena di Chiese, Basiliche e Conventi e Case religiose d'ogni ordine, quali i monaci Domenicani e le monache Domenicane, i frati Francescani, le Clarisse, nonché sette di Gesuiti, e nel Medio Evo erano presenti poi, le confraternite degli Olivetani, dei Teatini, dei Carmelitani, dei Minimi, dei Benedettini e dei Certosini. Questa popolazione ecclesiastica proveniva dalle contrade più sperdute del Regno di Napoli e detti, perciò “Regnicoli”. Una sorta di sottoproletariato clericale, che, per sfuggire alla miseria da cui era afflitta, si riversava nella Capitale alimentando qualsiasi setta religiosa indossandone il saio, e così riusciva a sobbarcare il lunario.
La concentrazione di tanti ordini religiosi proprio a Napoli, a detta degli Anticurialisti, 
Il prete scozzese, Gilbert Burnet, natoad edimburgo il 1643 e morto a londra 1715




(tra i quali il viaggiatore protestante inglese Gilbert Burnet, già nella seconda metà dei Seicento) era data da molteplici cause, in special modo dall’ignoranza, dalla superstizione, dalla possibilità di potersi salvare l’anima, facendo donazioni sia in vita o con i Legati (Donazioni ricevute Legate con l’obbligo di celebrare messe dopo la morte del donatore in espiazione dei suoi peccati), infine, i cosiddetti “Diritto all’Isola" e “ Diritto d’asilo”, sorta d'esazione d'imposte, che anche se non previste da nessuna prammatica, lungo il corso dei secoli, era diventata prassi consolidata.
Il Diritto all’Isola non era altro che la facoltà, che era permessa alle chiese ed ai relativi conventi o chiostri, di poter espropriare ad un prezzo irrisorio tutte quelle file d'abitazioni private, ritenute abusive, che circondavano il tempio e che erano sorte ambo i lati d'incrocio, e ne determinavano una soluzione di continuità. Per rendere chiaro il concetto basta prendere come esempio l’isola gesuita, che consisteva nel tempio del Gesù Nuovo e tutte le costruzioni, che l’af-fiancavano e che le giravano tutto intorno, in questo modo divenne, a poco a poco, tanta vasta, forse più di quella dell’isola che comprende la Basilica di Santa Chiara
Il Diritto d’asilo, come lo definì già a quell’epoca, il Gran riformatore inglese Burnet, era uno scandalo per la giustizia, perché rappresentava quel sotter-fugio secondo il quale un malfattore o un delinquente, dopo aver consumato una sua malefatta o un delitto, bastasse appoggiare le mani vicino ad una proprietà di una chiesa o di un convento, il che non era difficile giacché queste istituzioni religiose erano presenti per tutta la città ogni cento metri, per acquisire il diritto a rifugiarsi in lei sfuggendo alla cattura da parte delle guardie e non poteva essere arrestato per tutto il tempo necessario per l’istituzione del processo presso il tribunale civile o penale.
Tale Diritto implicava che gli enti religiosi acquisivano un potere straordinario, noto come l’extraterritorialità, rifiutando il giudizio su tali delitti al Tribunale civile, ritenendo la competenza di quello ecclesiastico, sfociando spesso in violenti scontri tra armigeri dell’una e dell’altra parte.

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