'O Gavottista


‘O Gavottista era il musicista a pagamento per qualsiasi occasione per poter far ascoltare musica di dolci melodie o per far ballare.
"’E Gavottisti “ erano musicisti o meglio musicanti, che offrivano la loro opera per allietare festicciole in occasioni speciali, come un lieto evento (fidanzamento, matrimonio o battesimo).
"’E Gavottisti "divennero insostituibili, quando nel primo Novecento e sul finire dell’ Ottocento. erano richiesti per portare serenate ai domicili delle amanti per conto  di timidi innamorati.
La loro nascita risale all’introduzione della “Gavotta“ , (sorta di danza, originaria della Provenza, del tipo minuetto ballata a coppia), quando giunse a Napoli, fu danzata e suonata soprattutto nelle feste popolari, e nelle festicciole occasionali familiari, per cui necessitavano suonatori per allietare  le serate ed anche per far ballare gli invitati.
Prima dell’avvento delle canzoni ascoltate dalle radio, e ancora dai dischi e infine dagli Jube box, ’e Gavottisti furono i soli umanissimi propagatori di queste melodie per rallegrare le feste della povera gente      ( i Signori , i Nobili si servivano di orchestre, di complessini musicali da camera)
’E Gavottisti per essere ingaggiati si radunavano nei bar e nelle sale da caffè o botteghe di strumenti musicali, fino a quando non fu costruita la Galleria Umberto I a Via Toledo, che divenne il loro ritrovo giornaliero e poi di tutti gli addetti agli spettacoli canori musicali..
Consci della importanza del loro lavoro e consapevoli della loro insostituibilità, difficilmente abbassavano il proprio cachet per tenere alto il loro prestigio.
All’inizio del Novecento, quando la musica si propagandava e si poteva ascoltare a mezzo della produzione dei primi dischi, la loro opera non fu più richiesta e così non più necessaria, per cui furono costretti a riciclarsi, e per sobbarcare il lunare, iniziarono a suonare nei ristoranti alla moda ed i più sfortunati in osterie e bettole ed agli angoli delle strade principali.
’E Gavottisti da quel momento si denominarono
 “ ‘A Pusteggia” (Orchestrina del posto) , mentre i componenti “ ‘E Pustiggiature” (complessino musicale formato per lo più da suonatori di mandolino, di chitarra e di violino e di un cantante).
'E Pustiggiature usavano tra di loro una lingua particolare detta " 'A Parlesia" in cui alcuni vocaboli usati erano :
( 'O Tagliere per indicare il violino : Allagrossa per la chitarra ; 'O Peretto per il mandolino) infine per raccogliere le regalie,  questua con il piattino ('O Rasto).

Commenti

  1. immagino le belle canzoni di un tempo, le napoletane intendo,
    doveva essere interessante attraversare la galleria Umberto I di allora.

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  2. Bellissimo articolo!
    Una domanda: la questua col piattino potevasi chiamare anche 'chetta'?

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